«Tra i criminali potrebbe esserci una donna»

Enza Cusmai

«C’è una donna dietro questa vicenda, non sarebbe possibile gestire un bambino così piccolo senza la presenza e il contatto di un donna». Gianluca Prati è stato il primo «soccorritore» di una famiglia sotto choc. È stato chiamato in piena notte (erano le tre) più per una parola di conforto che per necessità. Sebastiano, otto anni, il fratello maggiore di Tommaso, infatti stava benone ed era riuscito ad addormentarsi nonostante la bufera avesse spazzato in pochi minuti la serenità di una famiglia unita. Prati è il pediatra a cui è affidata la salute dei due bambini dei coniugi Onofri, in particolare del piccolo Tommaso che da dieci mesi viene curato per epilessia. E dopo mamma e papà è quello che lo conosce meglio. «Tommaso è un bambino bellissimo, vivace e per fortuna in via di miglioramento - ricorda -. La sua malattia, se curata, potrebbe essere archiviata per sempre».
Dottore vuol dire che Tommaso potrebbe guarire?
«Sì, assolutamente sì. Fino ad ora aveva risposto alla terapia molto bene. La sua prognosi era ottima e sarebbe guarito perfettamente».
La mamma ieri ha corretto la dose di Tegretol, ha spiegato che devono essere somministrati 5 millilitri e non 3 come aveva dichiarato il giorno prima.
«Paradossalmente la signora ha sbagliato a quantificare la dose la prima volta. In realtà io avevo spiegato che era necessario un misurino di sciroppo che corrisponde esattamente a 5 millilitri».
E se i rapitori avessero somministrato un dosaggio più basso?
«Il bimbo potrebbe non aver avuto alcun problema. Il farmaco va tarato sul peso del bambino ed era stata già somministrata una dose più bassa, per evitare effetti collaterali che possono sorgere quando si somministrano farmaci così particolari».
Da quanto prende il Tegretol, Tommaso?
«Dieci mesi, da quando cioè è stato soggetto a crisi epilettiche che non sono state molto ricorrenti, per fortuna».
Quindi anche senza il farmaco potrebbe non aver avuto crisi fino ad ora?
«Potrebbe. È certo che in condizioni estreme il bimbo vive uno stress psicologico violentissimo».
È possibile gestire un bimbo rapito senza una donna?
«No. Io sono convinto che un elemento femminile ci sia nell’organizzazione. Non è gestibile un bambino di diciassette mesi che ha determinate esigenze nutrizionali, di toilette e anche di affettività, di fisicità. Un uomo non ha queste capacità gestionali».
Il distacco dalla mamma quali problemi può dare?
«Per Tommaso è un grosso trauma, è un sorta di taglio del cordone ombelicale. Conosco la signora Paola da 20 anni.

Era molto presente, forse eccessivamente protettiva, molto preoccupata della salute del figlio. Con lui aveva un rapporto strettissimo. Dopo il rapimento continuava a dirmi: “dopo tutto quello che quel bambino ha passato ora anche questo gli doveva capitare”...».

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