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Con i depositi ad alto rendimento si può arrivare fino al 5% netto Sono a basso rischio, facili da sottoscrivere e battono i Bot e i Cct Così l’investimento bancario è diventato sempre più attraente

Fino al 3,47% netto (il 4,75% lordo) per i conti di deposito più diffusi. Oppure fino al 3,43% netto (4,70% lordo) per quelli vincolati per 12 mesi. O, addirittura, fino al 5% netto per coloro che accettano di aprire un conto corrente investendo contestualmente in un contratto «pronti contro termine». Sono questi i massimi livelli di remunerazione attualmente offerti sul mercato italiano dai conti di deposito ad alto rendimento. Livelli di remunerazione che restano interessanti se confrontati con quelli sempre più risicati garantiti dai Bot (il cui rendimento annuale si attesta ora al di sotto del 2% netto).
Questo perché la crisi del credito ha aumentato la concorrenza tra gli istituti che sono alla ricerca di clienti bancari insoddisfatti: si spiega così perché i tassi dei depositi bancari non tradizionali hanno subito una riduzione solo parziale, nonostante il tasso di sconto della Bce sia ora al 2,50% e l’Euribor (tasso interbancario) dal massimo del 5,3% in ottobre, abbia ripreso a scendere scivolando sotto il 3 per cento.
Promozioni e nuovi clienti
Ma prima di addentrarsi nelle migliori offerte in termini di rendimento assoluto, occorre fare alcune precisazioni. A cominciare dalla distinzione tra le promozioni e l’offerta a catalogo. Le promozioni, o le offerte ai nuovi clienti, sono di carattere temporaneo e devono quindi essere valutate accuratamente dal risparmiatore. Per esempio il 5,50% lordo offerto da Conto@me di Webank del gruppo Popolare di Milano è limitato nel tempo (fino al 28 febbraio 2009) e nell’importo massimo (fino a 30mila euro). Il 4,25% lordo offerto da Conto Arancio di Ing Direct ai nuovi clienti è valido per i primi sei mesi: dopo si passa al tasso base (attualmente pari al 3% lordo). L’offerta a catalogo, invece, è quella che viene riconosciuta a tutti i clienti (sia vecchi che nuovi) e quindi valida senza limitazione di tempo. Il Conto Deposito di Che Banca!, per esempio, offre una duplice opportunità: ottenere il 4% lordo con la formula «Che Interessi! Base» oppure incassare in anticipo l’importo degli interessi con la formula «Che Interessi! Subito» (fino al 4,70% lordo per 12 mesi). Il tutto senza nessuna spesa di apertura, di gestione o di chiusura e nemmeno l’imposta di bollo. Allo stesso modo, Rendimax di Banca Ifis garantisce il 4,75% lordo di remunerazione alle somme depositate senza aggiungere costi di apertura, chiusura e tenuta conto. Tuttavia, va precisato che le condizioni relative alla remunerazione possono essere cambiate dalla banca in qualsiasi momento.
Fondo di garanzia sui depositi
Quello che invece non cambia, perché stabilito dalla legge, è il massimale dei depositi garantiti. Nel Fondo interbancario di tutela dei depositi, che garantisce fino a 103.291,38 euro per depositante, sono compresi infatti tutti i depositi giacenti:conti correnti, libretti nominativi, certificati di deposito, assegni circolari ed altri titoli di credito bancari.
Pronti contro termine
Fondo di garanzia che non tutela invece i «pronti contro termine», contratti basati su obbligazioni e titoli di Stato che permettono di pagare ai clienti interessi molto buoni. Nel caso, per esempio, di Conto 5% di Barclays l’offerta, valida fino al 31 gennaio 2009, dedicata ai nuovi clienti acquisiti attraverso il canale on-line e telefonico, riguarda la sottoscrizione di un «pronti contro termine» stipulato con Barclays Bank contestualmente all’apertura di un conto corrente (comprensivo di una carta Bancomat) e di un conto titoli. Il sottoscrittore, in questo specifico caso, accetta di esporre il capitale al rischio dell’emittente Barclays senza la tutela del fondo di garanzia.

Il prodotto che propone Banca Mediolanum, - fino al 31 dicembre - offre invece il 4,5% netto, per un massimo di 4 mesi, ma con una garanzia in più: la banca si impegna, infatti, a garantire il rimborso delle somme anche nel caso, estremo, di insolvenza delle obbligazioni su cui si basa il prodotto.

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