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I deputati Ue si premiano con altri 1.500 euro al mese

Blitz bipartisan degli europarlamentari. Approvato il ritocco al rialzo dei fondi per spese di segreteria, che già ammontano a oltre 17mila euro

I deputati Ue si premiano  
con altri 1.500 euro al mese

Roma Una settimana, tanto ci hanno messo per trovare una posizione comune sulla Libia e approvare le sanzioni contro Gheddafi. Ma per aumentare di 1.500 euro al mese i fondi a disposizione per le spese di segreteria, ai deputati di Bruxelles sono bastati pochi secondi, giusto il tempo di premere un bottone e di votare sì. È questa dunque l’Europa a doppia velocità?
Un provvedimento bipartisan, presentato dal gruppo popolare e sostenuto dal quello socialista. Contrari i liberaldemocratici, la sinistra unitaria e i verdi, che parlano di «scandalo». E con parecchie ragioni, visto che, grazie a questa generosa revisione, ognuno dei 736 europarlamentari avrà adesso a disposizione ogni mese la bellezza di 21mila euro per pagare gli assistenti, i portaborse e tutte le altre spese di segreteria. La prima conseguenza di questa decisione è che i costi generali dell’assemblea aumenteranno di 13,2 milioni di euro l’anno.

La seconda sta nell’effetto di «scollamento» sempre più evidente tra le iniziative di Bruxelles e l’economia reale dei paesi membri dell’Unione. Da qualche anno infatti la Ue lancia, giustamente, inviti al controllo della spesa pubblica, al rispetto dei parametri tra pil e debito e al risparmio, accompagnati da ammonimenti e sanzioni varie. Una politica di attenzione, inasprita ancora di più da quando è esplosa la crisi finanziaria internazionale. Ebbene, come si concilia tutto ciò con i 1.500 euro che i parlamentari europei si sono concessi?

È quello che si chiede anche Helga Trupel, deputata tedesca dei verdi e componente della commissione Bilancio di Bruxelles. «È davvero un provvedimento scandaloso - commenta - . Noi stiamo chiedendo a tutti gli Stati membri e ai tutti i lavoratori europei di tirare la cinghia e poi approviamo un aumento dei fondi che non è assolutamente giustificato». La Trupel si è opposta in tutti i modi ma non c’è stato nulla da fare. «Ho votato contro, ho pure proposto di spostare la decisione, rimandando la questione ad un momento più opportuno».

Niente. Evidentemente i 17,540 euro mensili previsti finora per le spese di segreteria non erano sufficienti: serviva proprio un ritocchino. Come se i componenti dell’eurocamera facessero una vita di stenti. Certo, da qualche anno sono costretti a qualche limitazione, i tempi delle vacche grasse sono finiti pure per loro: ad esempio, non godono più di una cifra forfettaria per i viaggi, ma devono esibire delle ricevute per essere rimborsati a pie’ di lista.
Restano gli ottomila euro al mese lordi di stipendio, i 4.299, sempre mensili, di «indennità per le spese generali», i 4.243 annuali per i viaggi «al di fuori dello Stato di elezione», i 304 al giorno di «indennità di soggiorno», cioè per il disturbo di partecipare alle sedute e alle riunioni di Bruxelles e Strasburgo.

Spiccioli.

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