I Dico servono solo a salvare capra e cavoli

Nozze gay? Tanto tuonò che piovve! Non più Pacs ma Dico. Cosa dico? Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Se non è zuppa è pan bagnato! Matrimonio di serie B abilmente camuffato. Diritti e doveri che surrettiziamente si richiamano ai diritti e doveri che nascono dal matrimonio. Un plauso alla coerenza del ministro Mastella, unica voce fuori dal coro, che rifiuta l’ambiguo compromesso prodiano, che ha inferto ipocritamente un vulnus alla famiglia legittima fondata sul matrimonio, scardinando uno dei pilastri fondanti della nostra società. Non si tratta di una questione di morale o di coscienza individuale, ma è una sciagurata scelta politica ideologica dettata dalla necessità di salvare capra e cavoli, ma soprattutto il potere di chi ci governa senza una legittimità piena e condivisa dal popolo. Una scelta che tra l’altro viola l’art.29 della Carta costituzionale.

Che bisogno c’era di creare un nuovo istituto giuridico con carattere pubblicistico, equiparando i diritti e i doveri delle persone che liberamente scelgono di vivere assieme a quelli che trovano la loro fonte nel matrimonio? Patti e convenzioni di diritto privato sarebbero stati più che sufficienti per regolare i loro rapporti di reciproca solidarietà e assistenza, senza alcuna necessità di nuove leggi, che gettano altra confusione e discredito sulla famiglia già di per sé in crisi, di cui non si sentiva proprio il bisogno. Dire vergogna è usare un eufemismo.
Monfalcone (Gorizia)

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