I diritti degli animali dividono la giunta

Gianandrea Zagato

Niente lepre in salmi né fagiano al melograno per Pietro Mezzi. Assente alla colazione organizzata oggi dall’assessorato alla Caccia della provincia di Milano in un agriturismo a Robecco sul Naviglio. C’è da capirlo: è difficile per l’assessore provinciale ai Diritti degli animali sedersi al tavolo con chi imbraccia le doppiette. Anche se a quel tavolo c’è un collega di giunta, Alberto Grancini, che per un’intera mattinata sponsorizza la caccia: cinque ore di tour «accompagnato da alcuni cacciatori» nelle campagne tra Morimondo, Besate, Rosate e Bubbiano.
Trecento minuti considerati di troppo per Mezzi e gli altri ambientalisti che siedono nella giunta guidata dal diessino Filippo Penati e che non sembrano affatto credere alle parole dell’assessore Grancini quando sostiene «di voler rendere sempre più proficuo il rapporto tra caccia, agricoltura e conservazione della biodiversità». Infatti, oggi, dalle sei in punto i Verdi promettono di «vigilare per evitare che i caccia-bracconieri si addentrino e sparino dove non possono». Uscita sgradita a parte della maggioranza del centrosinistra che vuole conquistare il voto dei cacciatori e che, lo scorso luglio, per far digerire ai Verdi il nuovo piano faunistico venatorio provinciale ha dovuto creare una nuova area di tutela ambientale al bosco del Roccolo di Busto Garolfo, «passo avanti per incrementare le zone a divieto di caccia» dicono da Palazzo Isimbardi. Il venticinque per cento del territorio provinciale è già vietato ai 13mila e cinquecento cacciatori del Milanese colpevoli, secondo gli ambientalisti, di aver sostenuto in passato «l’amministrazione di Ombretta Colli»: «Prossimo obiettivo creare una rete ecologica più strutturata che unisca i parchi presenti sul territorio» fa sapere Andrea Gaiardelli, capogruppo dei Verdi in via Vivaio.


Roboanti proclami, propaganda e grida di dolore fuori luogo per l’inizio della stagione venatoria regolamentata dalla Regione Lombardia in modo che i cacciatori non arrechino alcun danno all’ambiente. Tranne che per l’assessorato ai Diritti degli animali della giunta Penati.

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