I disturbi alimentari vanno affrontati

Da lunedì prossimo fino a giugno, in oltre 50 centri IperCoop di tutta Italia, le persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni, in sovrappeso evidente o sospetto, potranno eseguire il controllo dei valori ematologici, misurazione della pressione arteriosa, della circonferenza addominale, indice di massa corporea, valutazione della distribuzione di grasso rispetto alla massa magra e test sul comportamento psicologico nei confronti dell'alimentazione. L'obiettivo di questa iniziativa chiamata «Dai peso al peso» è di valutare i principali fattori di rischio legati all'obesità creando un data base unico nel suo genere (oltre 10mila soggetti), nonché quello di aumentare nelle persone il grado di consapevolezza sulla propria condizione di rischio e incoraggiarle a modificare lo stile di vita.
«È una iniziativa positiva, voluta anche dalla Società italiana per l'obesità», afferma il dottor Ezio Di Flaviano, presidente della sezione Abruzzo, clinico esperto nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione. Di Flaviano è anche presidente della onlus La Spiga (numero verde 800.44 55 66) che si occupa di divulgare l'approccio riabilitativo nei confronti delle patologie nutrizionali. «I disturbi alimentari (anoressia, bulimia) e l'obesità vanno affrontati - afferma Di Flaviano - in modo multidisciplinare. È attraverso la collaborazione di medici nutrizionisti, dietisti, psicologi, psicoterapeuti, che nasce l'efficacia della terapia. Per questo gli specialisti devono lavorare assieme e confrontarsi, acquisire lo stesso linguaggio. L'obesità è una vera patologia, nel 1998 è stata definita una epidemia globale dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. «All'origine di questa malattia vi è la suscettibilità genetica, l'elevata disponibilità di cibi altamente energetici, la sedentarietà e comportamenti alimentari disfunzionali», precisa il dottor Di Flaviano. Nato a Teramo, vive tra Pescara e Chieti, dove è responsabile di Villa Pini, uno dei pochi centri convenzionati ospedalieri di riabilitazione nutrizionale, e di altri Centri ambulatoriali a Pescara, Milano, Roma, Bari.
Ogni giorno in Italia 156 persone perdono la vita per problemi legati all'obesità (ne soffre il 10% della popolazione), con costi che l'OMS ha calcolato vicini all'1% del prodotto interno lordo e al 6% della spesa sanitaria.
Anoressia e bulimia sono malattie determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé sia della sua natura psichica. L'obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare i comportamenti, imparando a gestire gli stress emotivi con soluzioni non dannose alla propria salute e ristabilendo un equilibrato comportamento alimentare. La maggior parte dei pazienti affetti da obesità, anoressia e bulimia - continua Di Flaviano - possono essere curati ambulatorialmente. Se i problemi persistono dopo due o tre tentativi, si deve ricorrere al ricovero presso un centro riabilitativo per il recupero delle disabilità ed evitare la cronicità. La cura prevede l'applicazione di un modello che ha tre obbiettivi: la riabilitazione nutrizionale per ridare al paziente le abilità nel comportamento alimentare; quella psicologica che attraverso la psicoterapia cognitiva aiuta il paziente a modificare le convinzioni disfunzionali sul peso e la forma del corpo; infine la riabilitazione motoria per recuperare il più possibile le abilità di movimento. Nella fase di cambiamento va dedicato almeno un anno, poi bisogna sviluppare capacita di mantenimento. Il ricovero va da 30 a 90 giorni».
Nella terapia della obesità e del sovrappeso può essere utilizzata la terapia farmacologica per potenziare la perdita di peso: i farmaci più usati sono la sibutramina e l'orlistat. Con la sibutramina la perdita di peso può raggiungere quasi il 15-20% del peso iniziale e mantenerlo nel tempo. Non mancano spesso disturbi di ipertensione, colesterolo alto, malattie cardiovascolari, ictus, diabete, alcuni tumori, malattie della colecisti, osteoartriti, apnea notturna, problemi respiratori, complicanze in gravidanza, irsutismo e irregolarità mestruali. I due terzi dei malati di anoressia continuano infatti ad avere problemi con il cibo e il peso corporeo e il 40 per cento circa manifesta sintomi di bulimia. Tuttavia, il rapporto e le Linee Guida pubblicate dalla APA indicano che quasi la metà dei pazienti trattati in centri specializzati ha ottenuto buoni risultati, con recupero del peso corporeo e ripresa del ciclo mestruale.

Uno studio pubblicato su The Lancet, che revisiona la letteratura medica pubblicata nei vari Paesi indica percentuali medie di prevalenza dello 0,7 per cento nelle ragazze adolescenti per l'anoressia e dell'1-2 per cento per la bulimia tra donne di 16-35 anni di età. Si rileva una diminuzione della bulimia ed un aumento dell'anoressia. Purtroppo crescono anche le forme atipiche che possono colpire il 10% delle giovani donne.

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