Portano turisti ma vengono snobbati, alcuni di loro rischiano addirittura di chiudere mentre Comune e Regione fanno finta di niente. Fanno finta di ascoltare, fingono interessamento e soluzioni ma non intervengono nonostante promesse e prese datto di situazioni difficili. I cinque diving center di Genova che hanno sede nella zona della Fiera, come ogni anno da metà del mese di settembre a metà di quello di ottobre, devono fare le valigie e lasciare la loro sede per permettere lallestimento del Salone Nautico: una situazione che si ripete mettendo in difficoltà chi opera nella zona costretto, ogni anno, a ricollocarsi altrove in un periodo nel quale la clientela è ancora attiva e in buon numero. Così lo scorso anno fu Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, a prendere in mano la situazione per cercare una soluzione condivisa e fare in modo che il trasloco avvenisse in una zona turisticamente appetibile, possibilmente intorno al Porto Antico, con scelte fatte per tempo in maniera da organizzare il proprio lavoro: «Dal 12 aprile scorso, data nella quale il consiglio regionale aveva votato un ordine del giorno per trovare una soluzione con il Comune di Genova - racconta Lorenzo Pellerano -, ci sono stati una serie di incontri tra gli assessori Gianni Vassallo e Simone Farello, i loro assessorati e i rappresentanti dei diving center culminati in un accordo per lutilizzo di un tratto della Darsena comunale nel periodo interessato dal Salone». Quellaccordo però, non si è mai trasformato in un atto concreto costringendo i centri a fare ognuno per i fatti suoi, lasciando perdere la soluzione del centro unico in una zona appetibile come quella della Darsena e spostandosi chi a Bogliasco, chi a Prà. Mentre altri due sospenderanno addirittura tutte le attività. «In un periodo in cui la crisi aggredisce il settore - commenta Pellerano che aveva tentato di fare cerniera tra le istituzioni e i rappresentanti dei centri - è grave che degli operatori debbano rinunciare a numerose giornate di lavoro per lincapacità del Comune di Genova di dare risposte adeguate. È un danno per loro e per lindotto generato dalla presenza a Genova degli escursionisti e dei loro accompagnatori».
Lungaggini burocratiche e scarsa volontà politica di assecondare il problema, solo così si riesce a motivare la volontà di non risolvere un problema di minima portata ma che avrebbe potuto portare massima resa anche alla città di Genova che, durante il Salone Nautico, poteva arricchirsi di unaltra peculiarità turistica su cui poche città possono contare: «La mancanza di attenzione da parte del Comune in riferimento al turismo subacqueo dimostra ancora una volta come sia sottovalutato questo tipo di attrattiva e come non si sia capito che indotto possa muovere - attacca il consigliere regionale del centrodestra -. Si rischia che in breve tempo si vada alla scomparsa di queste realtà produttive del turismo locale e regionale».
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