I ds mettono la retromarcia: «Nessuna accusa agli 007»

Dopo i sospetti di ingerenza nella campagna elettorale e la raffica di smentite, il senatore Brutti cambia strategia

Emanuela Fontana

da Roma

Chi lo conosce da anni, dice che questa volta Gianni Letta è stato pacato come sempre, ma netto: i nostri servizi segreti agiscono in correttezza, ha chiarito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e disquisire di presunte deviazioni degli apparati d’intelligence per fini politici non è cosa da farsi al comitato di controllo sui servizi, il Copaco.
Così ha risposto Letta al senatore dei ds Massimo Brutti, che giorni fa aveva lanciato l’allarme su un possibile complotto tra governo e servizi per screditare la minoranza facendo riferimento alle intercettazioni Fassino-Consorte del Giornale. Ma nella lunga riunione di ieri del Copaco a Palazzo San Macuto (durata oltre 4 ore) Brutti si è trovato non solo la risposta inappellabile di Letta, ma anche l’«abbandono», o comunque il non supporto, del presidente del comitato, Enzo Bianco (Margherita), e dai suoi colleghi di opposizione, che hanno preferito mantenere un profilo basso davanti alle autorevoli presenze di Gianni Letta e del capo del Sismi, Nicolò Pollari. Il responsabile del servizio segreto militare sarebbe tornato a smentire alcune notizie pubblicate da Repubblica sul caso Niger-Gate e ha fatto anche il punto sul lavoro dei servizi in vista delle imminenti Olimpiadi di Torino: «La vigilanza non è alta, è altissima», ha riferito poi Bianco, parlando di una «particolare esposizione nei prossimi mesi». In realtà la considerazione fatta è stata che in concomitanza con grandi eventi la guardia è particolarmente alta, anche se, ha sottolineato il coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, «non è stata espressa una preoccupazione attinente a pericoli specifici» da parte del Sismi.
La giornata al Copaco è stata segnata così da una sostanziale retromarcia dell’opposizione che già con Massimo D’Alema, prima che con Brutti, aveva ventilato una partecipazione dei servizi deviati in questa campagna elettorale. Il senatore della Quercia ha diretto tutte le accuse sul premier: «Da parte nostra non c’è nessuna accusa ai servizi segreti - ha precisato Brutti al termine della seduta -, mentre assistiamo in queste settimane allo scatenamento di offensive del presidente del Consiglio contro l’opposizione e i ds». Neanche una settimana fa il senatore aveva sollevato il polverone in quella stessa sede, il Copaco, davanti al capo del Cesis, il prefetto Emilio Del Mese, denunciando il possibile utilizzo nella «campagna di aggressione politica nei confronti dell’opposizione di pubblici ufficiali infedeli o peggio di settori degli apparati». Ieri la parziale ritrattazione: era solo un’esortazione «agli apparati di mantenere sempre la correttezza». Brutti si è quindi legittimato in questo appello: «Io lo posso fare perché noi abbiamo sempre sostenuto il lavoro dei servizi. Dunque non accettiamo lezioni da nessuno».
Il presidente del comitato Bianco ha tentato di correggere definitivamente la deriva complottista dei suoi colleghi di schieramento: «Il Copaco, in modo unanime - ha chiarito - ha confermato stima e apprezzamento ai nostri servizi segreti». Stenografica la sua presa di posizione sul dibattito di ieri: «Brutti ha voluto confermare la sua attestazione di stima, non c’era un attacco ai servizi, né dubbi sulla loro lealtà. Le sue erano critiche al premier che appartengono al dibattito politico. Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto hanno replicato con durezza a Brutti, sostenendo la correttezza del presidente del Consiglio».
«Non siamo in Urss - ha poi chiarito Cicchitto con i giornalisti -. L’attività investigativa non la svolge il governo, ma la magistratura e la polizia giudiziaria ed è da lì che ci auguriamo vengano spiegazioni sulla fuga di notizie da intercettazioni che non hanno riguardato solo il segretario dei ds Piero Fassino - la precisazione - ma anche altri». Dalle parole di Letta la commissione ha appreso che «non c’è il minimo dubbio su attività improprie dei servizi segreti». Letta «ha ribadito la correttezza dei servizi - ha aggiunto Maurizio Gasparri (An) - ed ha difeso l’operato del governo, sottolineando con qualche rincrescimento le polemiche più adatte a una sede politica».


Gianni Letta ha anche chiarito che «è una voce del tutto destituita di fondamento» l’ipotesi di un cambio al vertice dei servizi, un’eventualità che non sfiora neppure Bianco: «Il cambio sarebbe un atto irresponsabile».

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