I due azzurri dell’Armani trascinatori e decisivi: dopo 21 ko consecutivi finalmente una sfida vinta

Milano Gallinari paga il suo viaggio per missioni impossibili aiutando l’Armani a chiudere la serie dell’incubo contro Siena: dopo 21 sconfitte consecutive dal 2006 ecco il successo liberatorio (63-56) nella partita che abbatte un complesso d’inferiorità, ma non dice ancora molto perché questa Siena è un cantiere ancora più indietro della Milano che pure annaspa come per i box di Sant’Ambrogio. Gallo (15 punti) e Mancinelli(14) più di McCalebb (16). A Pinigiani va male quasi tutto, a Scariolo non va bene quasi niente, ma per vincere bastano e avanzano gli assalti fra le ortiche dell’ultimo quarto per dire che Milano ha raccolto almeno il guanto di sfida: il successo serve tanto all’Armani anemica, la sconfitta convincerà Siena a cambiare assetto il prima possibile.
Non basta il contatto con la fede di oltre diecimila persone, fra cui il sindaco di Milano, nascosto in tribuna fra gli spettatori a pagamento, e il governatore della Lombardia, a far togliere il lucchetto a due squadroni che nella prima sfida dell’anno sembrano più biciclette che fuoriserie. Giusto dare importanza ad ogni possesso di palla, ma, accidenti, se non si osa in serate come quella di ieri allora non dobbiamo lamentarci se il basket attira così poco.
La perdita della naturalezza per stare dietro alle statistiche, agli ordini di due allenatori bravissimi, ruba l’atmosfera della notte che volevamo magica dal primo secondo. Invece, per due tempi, Armani e Montepaschi hanno valorizzato la politica della goccia per scavare la pietra nella difese avversarie. Se nei primi 10’ finisce 12-11 è giusto che chi ha pagato prezzi salati bagarini si ribelli. Se andando al passo Milano perde 5 palloni e Siena 4 allora meglio rischiare. Neppure il secondo quarto elettrizza a parte una combinazione Cook-Gallinari che schiaccia al volo dopo quasi 14 minuti di partita per il massimo vantaggio di Milano (21-13) annullato in fretta dal 7-0 poi diventato un 15 a 5 della Siena meno banale che ieri ha lasciato fuori Moss per l’ancora troppo anemico Rakocevic, 0-2 al tiro, -4 di valutazione nei 9’30" giocati nella prima parte. Per scaldarsi serve un canestro in confusione alla sirena: Mancinelli, il più prolifico, trova Nicolas nella stanza regali di Siena e a metà gara il 30-28 sa di caramella rancida.
Mancinelli prima e poi Gallinari cercano di svitare qualche lampadina nel salotto buono di Siena e con Nicholas torna il +7 che però non abbatte i campioni perché Andersen, ogni tanto, si ricorda di poter fare la differenza contro il Bourousis al tegame: 46-42 al terzo intervallo aspettando sempre un po’ di miele e un po’ di rabbia da chi ha perso molti palloni e ne ha recuperati pochi: Milano 15-4, Siena 12-3.
Gallinari prova ad essere stella, ma Bo McCalebb non lascia scappare l’Armani: 53-53 a 4’14” dalla fine quando Mancinelli e la difesa senese provano a sparigliare in questo scopone poco romantico. Andersen graffia per il 55-56, ma Gallinari va a cercare i peccati di Kaukenas e sul rimbalzo per uno dei tanti tiri sbagliati del lituano lo costringe anche all’intenzionale del 57-56, e sempre il Gallo fa entrare Milano sul 59-56 nell’ultimo minuto di gioco con Siena che regalala palla per mandare Hairston in lunetta.

Il Forum esplode, Allegri se ne va, il cerchio infernale si chiude: Milano vince 63-56 e dopo 21 sconfitte consecutive contro Siena si prende il bacio di Giorgio Armani, il successo che spalanca almeno una porta sul domani che potrebbe non essere più lo stesso.

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