Per i fan giallorossi (quelli veri) è festa continua

Il derby di domenica sera ha lasciato una scia di sangue ma anche di entusiasmo nel popolo giallorosso, che dopo la fortunosa vittoria sulla Lazio ha ormai sciolto la riserva: «Vinceremo il tricolor», cantavano in coro i tifosi domenica sera in piazza Venezia nel corso di improvvisati caroselli. La faccia allegra e pulita dell’evento sportivo.
Dolce è stata la notte per i tifosi giallorossi, che hanno preso in giro i cuginetti («Lotito vi manda in B» e «Ce salutiamo adesso, nun ce vedemo più» a rimarcare l’abisso in classifica i cori più gettonati) ma soprattutto hanno finalmente «ratificato», uscendo dal tunnel della scaramanzia, il sogno-scudetto. A fare le spese dell’entusiasmo giallorosso è stato anche qualche autobus, costretto a cambiare in corsa il proprio percorso. Sedato sul nascere dalle forze dell’ordine un tentativo di trasformare il gioioso carosello in un vero e proprio corteo sui Fori Imperiali.
Festa per i tifosi, ma anche per i giocatori. Che domenica dopo la partita sono andati in pullman a Trigoria, accolti da centinaia di tifosi folli di gioia, e poi con le loro auto hanno raggiunto lo stesso ristorante dell’Aventino in cui fu celebrato lo scudetto del 2001. Gruppo quasi al completo, tranne i brasiliani che hanno gioito per conto loro, poi attorno all’una di notte tutti a casa. Poi ieri il blando allenamento a Trigoria per preparare il ritorno della semifinale di Coppa Italia di mercoledì a Udine (la Roma parte dal 2-0) si è svolto in un clima di entusiasmo che sembra preoccupare non poco mister Claudio Ranieri, ancora una volta travestito da pompiere ausiliario.
Ma ieri è stato anche il giorno delle scommesse da pagare per i tifosi sconfitti. Come il consigliere comunale Giulio Pelonzi, presidente del Lazio Club Campidoglio, che si è improvvisato giardiniere pulendo il giardino davanti l’ingresso del Palazzo Senatorio e piantando un bouquet di rose giallorosse nell’aiuola sotto la Lupa capitolina, il tutto con sciarpa giallorossa al collo e sotto lo sguardo strafottente dei colleghi di fede giallorossa.
E a dimostrazione che in città ci si inizia a credere (pur sempre all’insegna del «non succede, ma se succede...») è iniziato anche il toto-spogliarello, rito inventato proprio a Roma nel 2000 e nel 2001 per la doppietta-scudetto Lazio-Roma. Tra le candidate Lorella Cuccarini (che aveva fatto una precisa promessa quando la Roma era ancora terza e ora nicchia: «Vediamo, mancano ancora quattro settimane...

») e il bis di Sabrina Ferilli, che avverte: «Più di quello che ho fatto quella volta non posso fare, altrimenti mi arrestano». E propone un dadaumpa con Simona Ventura. «Io ci metto i costumi e lei la coreografia: tutte e due non siamo male».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica