nostro inviato a Lisbona
Sono ancora fantasmi: lInter in Europa e lEuropa per lInter. La Champions rimette in riga la compagnia di Mancini e dice che sognare è bello, ma giocare bene è meglio. Lo Sporting ha tirato lo sgambetto, un gol acchiappato per una gran giocata di Caneiro, un tipo che picchia, corre e tira, e la solita trovata bislacca della difesa nerazzurra hanno messo timbro alla partita. Un gol di troppo e qualche rischio di troppo hanno detto che là dietro qualcosa non va. Eppur sarebbe niente perché centrocampo ed attacco ieri sera hanno mostrato limpotenza dei tempi peggiori. Lo Sporting ha sfruttato ogni sua qualità, lInter ha mostrato ogni suo difetto. Lo Sporting non laveva mai battuta, ma cè sempre una prima volta. Meglio oggi che fra qualche mese.
Partita subito difficile, complicata, spigolosa, una sorta di prova di forza con accenni di strategia scacchistica. Poco spettacolo e tanta paura. Stadio Alvalade non proprio pieno, solo tre italiani in campo, ma uno (Romagnoli), stava con i portoghesi. Per fortuna siamo campioni del mondo! LInter ha sentito il venticello di Lisbona soffiarle in faccia ed ha dimenticato le sviolinate post Fiorentina. Non a caso lo Sporting è primo in classifica. Daccordo, solo dopo due partite ma limpianto di squadra, la tenacia nel gioco e nellaggredire a centrocampo è affiorata un attimo dopo il pronti via. Il gioco portoghese in questi casi non tradisce mai: magari pizzica più che stendere, ma costringe a un gran faticare. Anche stavolta il pressing è stato doc. Non se ne sarà stupito Figo che, però, si è perso nella marmellata dei suoi connazionali quasi senza giocar partita. E qui si è intuito uno dei punti deboli di questa Inter: se Figo fa il fantasma, gli altri faticano a trovar alternative nel gioco.
Fino al gol lInter ha rischiato poco, si è messa in guardia stretta con i difensori dove Mancini ha dimostrato di credere soprattutto in Maicon preferito a Zanetti. Tutto il gruppo dei suoi combattenti si è prodotto in una lotta sfiancante, decisiva, ma anche senza personalità. Mancava Cambiasso: proprio così! I portoghesi hanno provato ad infilarsi in area qualche volta nel primo tempo, ma Toldo (uscita su Nani) e Samuel intervento sul filo del rigore davanti al guizzante Yannik (cade e tutti si chiedono: ha toccato palla con mano oppure no?) hanno evitato la sbandata.
Certo, altra storia lInter di campionato: quei 60 minuti di Firenze non sembravano neppur figli di questa squadra. O forse ci sarà da chiedersi quanto valgono le squadre del nostro campionato. Stavolta il gioco nerazzurro ha trovato pochi sbocchi in avanti: Vieira e Dacourt sono stati soltanto mastini di centrocampo, Stankovic il solito svolazzante farfallone, Ibrahimovic ha infilato il primo tiro dopo 50 secondi, poi ha cercato di tener palla per far respirare i centrocampisti. Ma con scarsi risultati. Sebben nel finale sia stato lunico a cercar il pari tirando verso la porta. Per non parlare di Adriano, irritante e inguardabile per mezzora, probabilmente il tempo che mette ad ogni risveglio mattutino dopo una sera in discoteca. Il brasiliano ha cominciato a capire come giocare solo nel finale del primo tempo inviando un paio di pallette verso la porta di Ricardo. Niente di eccitante, ma almeno il segno di una presenza subito sfumata nella ripresa tanto da meritar ampiamente la sostituzione.
Possesso palla a favore dello Sporting, ed anche i tiri nel primo tempo. Da una parte e dallaltra, più che tiri sono stati sbuffi. I portoghesi si sono portati avanti anche nella ripresa. Yannik, ventanni e tanto pepe, ha provato a calibrare il piede, però abbaiando alla luna. Poi tutto è girato contro lInter, proprio quando lincontro si stava impantanando nella melassa del primo tempo. I nerazzurri si sono complicati la vita a modo loro dopo 19 minuti: Caneira ha fatto fesso lingenuo Maicon, eppoi ha sparato una bordata infiocchettata dallavventuroso piazzamento di Toldo. Bella frittata. A quel punto Mancini ha richiamato Figo facendo esordire Gonzalez, si è affidato a Crespo, ma ha perso subito Vieira: espulso per un falletto su Alecsandro (era già ammonito).
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