Il giorno dopo lincursione dei Centro sociali alla chiesa di San Giuseppe, tra le mamme davanti alle scuole elementari non si parla daltro. Ma è un coro unanime: «Padre Alberto non si tocca». E ancora «I bambini sono felici di andare alloratorio». Ma soprattutto smontano il motivo del contendere: «Mai sentito di corsi per guarire dallomosessualità».
Via Don Gnocchi, zona San Siro, è il cuore di un quartiere sorto a metà anni Sessanta a ridosso dello stadio Meazza. Palazzi ben curati, ampi giardini, grandi alberi, dove tutti si conoscono e si salutano. Insieme ai condomini, nel 1965 è sorto anche il grande complesso in mattoni rossi dei padri Scolopi fondato da San Giuseppe Calasanzio, quasi interamente occupato da un pensionato per studenti e lavoratori. La parrocchia comprende anche un centro anziani e uno di «ascolto». Questultimo contestato perché «comprenderebbe» anche psicologi che aiutano i giovani ad «affrontare» il problema della omosessualità.
Il condizionale è dobbligo perché padre Alberto, che gestisce la comunità e per questo è finito nel mirino degli antagonisti, ieri ha rifiutato qualsiasi commento anche solo per confermare lesistenza dei corsi. Anche se, già in inverno erano apparse sulla chiesa scritte del tipo «Don Alberto cura la tua omofobia». Praticamente lo stesso slogan dello striscione srotolato domenica alle 12.30 durante la messa da un ventina di giovani autonomi. Che hanno condito la gazzarra con urla contro i preti e la chiesa, prima di essere spinti fuori dai fedeli. E sul sagrato avrebbero inneggiato a Pisapia, salvatore di Milano e portatore di chissà quali rivoluzionari cambiamenti.
«Padre Alberto è un santo, mai una sola voce su di lui nel quartiere» assicura Laura arrivata a figlia a scuola, confermando le decine di voci raccolte nel quartiere. «I bambini vanno volentieri alloratorio, ci fosse anche la minima tensione, la avvertirebbero e la vivrebbero con disagio» prosegue Luara che poi come tutti le altre persone interrogate cade dalle nuvole «Corsi per guarire dallomosessualità? Mai sentito dire».
Sullepisodio è intervenuto anche il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dellOrganizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa per la lotta allintolleranza e alla discriminazione contro i cristiani. Introvigne ha scritto per Maroni per segnalare la preoccupazione dellOsce per quanto accaduto, in quanto «eventi relativamente minuscoli possono ispirarne altri più gravi».
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