I finiani abboccano all’amo Idv «Cosentino se ne deve andare»

RomaL’Italia dei Valori e anche il Pd hanno lanciato l’amo e i finiani, ben contenti, hanno abboccato. Le mozioni di sfiducia contro Nicola Cosentino, che il partito di Antonio Di Pietro presenterà presto alla Camera e il Pd ha già pronta da un anno in Senato, sembrano ottenere il risultato di approfondire le lacerazioni nel centrodestra.
I fedelissimi del presidente della Camera, infatti, preannunciano la loro disponibilità ad unirsi all’opposizione per chiedere la testa del sottosegretario all’Economia, accusato di collusioni camorristiche.
«Valuteremo - dice il vicepresidente vicario dei deputati Pdl Italo Bocchino - noi riteniamo che sarebbe opportuno un passo indietro da parte del sottosegretario per evitare che venga attaccato Berlusconi anche per questa vicenda. Riteniamo che la sua candidatura da parte del Pdl (come governatore della Campania, ndr) non sia più nell’ordine delle cose possibile. Poi si discuterà insieme quale candidato proporre».
La mozione dell’Idv potrà essere messa all’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea solo dopo la decisione della Camera sulla richiesta di autorizzazione a procedere all’arresto di Cosentino presentata dai pm napoletani. E proprio stamattina è convocata la giunta, che ha invitato a partecipare lo stesso sottosegretario.
Di Pietro è indispettito perché il neosegretario del Pd Pierluigi Bersani vuol fare «il primo della classe» e annuncia che non ha bisogno di sottoscrivere la mozione Idv, perché già c’è quella Pd.
Ma l’intento dell’ex pm di Mani Pulite è soprattutto quello di creare scompiglio in campo avversario. E infatti il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi chiede esplicitamente «a Fabio Granata e ai deputati del Pdl che credono nella legalità di votare la mozione, insieme alle opposizioni». Il partito si augura che la giunta acconsenta alla richiesta d’arresto di Cosentino, ma è certo «che la Casta dirà di no».
Granata, finiano di ferro, ribadisce che la candidatura è «inopportuna» e spiega: «Noi è chiaro che non presenteremo una mozione di sfiducia contro di lui. Ma se in Parlamento qualcuno la presentasse, non potremmo certo smentire le nostre opinioni».
D’altronde, lo stesso Fini aveva detto e ripetuto lunedì che Cosentino doveva farsi da parte, malgrado il sottosegretario proclamasse che da Berlusconi non aveva avuto questa indicazione. Dopo l’incontro con il premier Cosentino ha ripetuto che non ritirava la sua candidatura, chiedendo comprensione a Fini.
Ma Granata replica così agli inviti di Renato Schifani alla «compattezza» per evitare il voto anticipato: «C’è un clima irrespirabile, ma non per colpa nostra. Da parte nostra non c’è volontà di arrivare alla rottura o alle elezioni, ma la compattezza non è essere fedeli alla linea come se fossimo in caserma, ma rispettare i patti sulla giustizia e avere compattezza su questioni come quella di Cosentino».


Per Giorgio Stracquadanio del Pdl la mozione di sfiducia è l’occasione per un chiarimento interno al centrodestra: il momento della verità,la resa dei conti, perché se un pezzo della maggioranza votasse la sfiducia contro un membro del governo si aprirebbe una «crisi» e si imporrebbe quel «chiarimento» che Berlusconi esige da tempo. Frena Osvaldo Napoli. Per lui l’idea che nel Pdl qualcuno appoggi la mozione con l’Idv è un «errore grossolano» e politico «sulle cui conseguenze nessuno può fare previsioni».

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