Roma - Ai tempi d’oro delle «trame occulte» e delle «forze oscure della reazione» la pubblicistica militante di sinistra elaborava gustosi pamphlet su personaggi come il generale Maletti o il generale De Lorenzo che avrebbero ben figurato in un romanzo di Ken Follett o Frederick Forsyth. Il gioco di sponda tra Italo Bocchino, Fabio Granata e la Repubblica per screditare l’inchiesta del Giornale sulla casa di Montecarlo partorisce come «manina» dei servizi segreti un esponente di secondo piano del Pdl, Valter Lavitola.
«Attività di dossieraggio bugiardo ne abbiamo già viste nella notte della Repubblica, ma qui persino le modalità sono disonorevoli e grottesche», ha scritto ieri Flavia Perina, direttore del Secolo e finiana di ferro avallando così la tesi del presidente della Camera sul documento proveniente da Saint Lucia. Tesi declinata dai luogotenenti di Fli su tutti i media (non ultimo Italo Bocchino che ha attaccato in tv l’inviato del Giornale Stefano Zurlo) e avallata dal quotidiano del gruppo De Benedetti con un’articolessa che cerca di descrivere gli ingranaggi della «macchina del fango» inserendovi anche il nome del deputato pidiellino Amedeo Laboccetta.
Un attacco in stile Lotta continua che ha costretto prima il Dis e poi Palazzo Chigi a riportare Fini alla realtà. Il Dipartimento informazioni per la sicurezza, che coordina il lavoro di Aise e Aisi, ha ribadito «l’assoluta infondatezza di quanto pubblicato in ordine ad attività di qualsiasi natura attribuite ai servizi di informazione per la sicurezza» sull’affaire monegasco. Ancor più duro il comunicato della presidenza del Consiglio, direttamente attribuibile al premier Silvio Berlusconi. Notizie «false e diffamatorie», sottolinea il governo, perché i servizi hanno già provveduto a smentire di «non aver svolto alcuna attività né in Italia né all’estero». Berlusconi conclude con la denuncia della «totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica».
Una replica dura a Fini & C. sostenuta anche dai due capigruppo alla Camera e al Senato. «La politica ha il suo binario, la giustizia ne ha un altro: è un grave errore mescolare i piani», evidenzia Fabrizio Cicchitto. «Chi ha notizie di dossier falsi ha un solo dovere: denunciarlo nelle sedi competenti», aggiunge Maurizio Gasparri. Il coordinatore Pdl, Sandro Bondi, è ancor più esplicito: «La vera campagna di fango è quella contro Berlusconi».
Ma l’escalation dei finiani si svolge secondo il copione di una vera spy-story, ovvero con una strategia mirata ad aumentare la tensione. La prima bomba parte con il supporto di un alleato tanto improbabile quanto interessato: Massimo D’Alema. Il nume tutelare di Pier Luigi Bersani è presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui Servizi. «Se possa esserci da parte di singoli, di gruppi che operano al di fuori di ambiti istituzionali una collaborazione a queste attività vergognose, ciò deve essere accertato», ha dichiarato all’Unità rilevando di aver «sollecitato costantemente il Dis affinché sia eliminato anche solo il sospetto di attività al di fuori delle leggi». Toni distesi, come di prammatica, ma in controluce si legge chiaramente come D’Alema sia convinto che chi indaga su Montecarlo come il Giornale sia istigato dai Servizi. Infatti il primo a esultare è il finiano Briguglio, ma è il collega Italo Bocchino a preannunciare la seconda «bomba» a mezzo stampa. «Il dossier - ha detto - è stato prodotto ad arte da un persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica di cui al momento opportuno saprete il nome».
È sera. L’anticipazione viene fornita dal sito di Repubblica. «La persona coinvolta sarebbe Valter Lavitola, editore e direttore dell’Avanti» e vicino al Pdl, si legge sul web e dichiara il capogruppo finiano ad Annozero.
Ormai è notte, ma nell’arco della giornata il sospetto della «manina dei Servizi», instillato per inquinare i risultati di un’inchiesta giornalistica, ha avvelenato il clima. Sono già stati prodotti nomi e cognomi, circostanze, coincidenze. Proprio come ai vecchi tempi di Lotta Continua.