Tornano ad acuirsi i deflussi dai fondi aperti. Lo comunica Assogestioni nella sua analisi mensile, precisando che nel corso del mese di marzo i deflussi sono a quota 5,1 miliardi di euro. A dispetto di questi riscatti, il patrimonio subisce una contrazione di 2 miliardi di euro, passando dai 388 miliardi dello scorso mese agli attuali 386 miliardi di euro. I dati rilevati dallassociazione, precisa il rapporto, evidenziano un aumento complessivo dei deflussi per tutte le categorie censite.
In particolare, sono prossimi alla parità i fondi di liquidità, che registrano riscatti complessivi per 139 milioni di euro; chiudono invece con un patrimonio in crescita rispetto allo scorso mese di oltre 87 miliardi di euro (equivalenti al 22,6% del patrimonio complessivo). I prodotti bilanciati e azionari registrano rispettivamente 420 e 490 milioni di euro di deflussi, mentre per quanto riguarda il patrimonio, quello dei fondi bilanciati subisce una leggera flessione (si ferma a 16,2 miliardi di euro, il 4,2% del patrimonio), e quello degli asset dei fondi azionari sfiora i 63,9 miliardi di euro (il 16,6% del patrimonio investito in fondi aperti).
I deflussi per i fondi Hedge risultano di 677 milioni di euro, mentre il patrimonio risulta poco meno di 17,8 miliardi di euro (equivalenti al 4,6% delle masse complessive). I fondi flessibili registrano riscatti per 701 milioni di euro e chiudono il periodo mettendo sulla bilancia il 12,9% del patrimonio (poco meno di 50 miliardi di euro). Sono negativi e ampiamente superiori alla somma dei deflussi delle altre categorie i riscatti dai prodotti obbligazionari: a marzo hanno perso oltre 2,7 miliardi di euro e rappresentano il 39,1% del patrimonio (151 miliardi di euro).
I deflussi dai fondi di diritto italiano hanno sfiorato i 3,3 miliardi di euro e il patrimonio investito equivale oggi a 204 miliardi di euro (52,8% del patrimonio totale). Fermi provvisoriamente a quota 1,9 miliardi i riscatti dai fondi di diritto estero, mentre gli asset stimati totalizzano circa 182 miliardi di euro (47,2% del patrimonio).
Infine i gruppi italiani, che detengono l82,4% del patrimonio, hanno accusato deflussi per 4,8 miliardi, mentre i gruppi esteri (il restante 17,6% degli asset) tornano in territorio negativo con deflussi momentanei per 350 milioni di euro.
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