«I frati complici di Maria hanno violato il Concordato»

Monica Bottino

«Non vorrei d’ora in poi dover cercare i bambini nei conventi». Adriano Sansa, presidente del tribunale dei minori di Genova, non risparmia critiche a quanti, anche vestendo il saio, hanno tentato di impedire il rimpatrio di Maria, la piccola bielorussa fatta partire dall’Italia da quasi due settimane. Nel giorno in cui la neuropsichiatra Antonietta Simi e la psicologa Laura Battaglia hanno portato ai giudici minorili genovesi la relazione sulle condizioni della bambina, che ora si trova a Bobruisk, il magistrato ha voluto polemicamente rimarcare il fatto che la piccola era stata nascosta in un istituto religioso della Val d’Aosta, i cui frati sono ora indagati in concorso per sottrazione di minore. «Siamo uno Stato sovrano e abbiamo un concordato Stato-Chiesa - ha detto Sansa - e credo che ci sia stata una violazione grave e ripetuta nei confronti dello Stato». Secondo Sansa le dottoresse italiane rimaste con la bambina circa una settimana hanno riferito che «Maria sta bene, è in una piccola comunità con 23 bambini e che non c’è stata né c’è da parte della bambina alcuna volontà suicida». Fatto strano, se riferito al passato, visto che la stessa Simi aveva scritto al tribunale che la piccola dichiarava «che si sarebbe uccisa se rimpatriata». Sansa ha poi precisato che per il blitz con il quale la bambina è stata rimpatriata è stato scelto l’orario serale per colpa dei giornalisti che avrebbero «turbato la bambina». «Quando è stata prelevata e condotta in aeroporto la bambina ha capito che c’era una sorta di fuga, ma le è stata detta la verità e cioè che doveva tornare in patria perché lei è bielorussa e che comunque era in corso la pratica di adozione da parte dei Giusto», ha aggiunto Sansa precisando di non aver mai subito pressioni su questo caso.


Le risposte del presidente del tribunale dei minori di Genova non sono piaciute al senatore Egidio Pedrini (IdV) che ha rimarcato come la bambina sia «un affare per la Bielorussia e questo lo dimostra anche il ventilato blocco dei viaggi che in realtà sono un business di cui la Bielorussia tiene conto». Intanto il comitato parlamentare Aiutiamo Maria di cui fanno parte anche Furio Colombo, Franca Rame e Stefania Prestigiacomo sta raccogliendo altre adesioni.

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