Deve essere stato bello chiudere gli occhi a novantadue anni e sentirsi chiamare ancora Tonino. Deve essere stato bello vivere nella casa dei mandorli davanti ai quali, come aveva suggerito a Ermanno Olmi, ci si deve levare il cappello per dire grazie a Dio e a quello che ha creato per noi. Deve essere stato bello per un poeta vivere da uomo e da bambino, come sanno vivere i poeti e i bambini soltanto, mentre il resto fugge veloce e senza voglia di riflettere e respirare. I gatti, dieci, venti, trenta, di Tonino e di Lora, cercano adesso inutilmente qualcuno, qualcosa, in quel silenzio improvviso e in fondo prevedibile. Non cè più la sua parola, leggera e affascinante, che riempiva SantArcangelo e Roma, San Pietroburgo e Mosca, Bologna e Rimini, dovunque, comunque, la campagna, la metropoli, un teatro, era lo stesso; le pagine di un libro vanno sfogliate e lette, davanti a Tonino Guerra non restava che ascoltare, sfogliando pagine di vita, chiudendo gli occhi mentre lui narrava storie anche inventate perché non cera mai, nemmeno un soffio, tra la verità e la fantasia. Chi di noi non ha avuto a capotavola, in una festa di natale, mentre fuori nevica, un nonno come Tonino? Seduto accanto ai suoi anni e ai suoi ricordi che sono diventati i nostri. Anche quella storia di Amarcord che non è soltanto Mi ricordo ma una correzione dialettale e curiosa di AmaroCora, pronunciato così di un fiato, come usava dire il suo sodale Federico Fellini, riminese di mare, un po ganassa con i suoi aperitivi e lo struscio sotto i portici.
Deve essere stato belle vivere e convivere con Flaiano e De Sica, Tarkovskj e Olmi, Rosi e Antognoni, viaggiare per il mondo e poi ritornare al paesello per osservare quello splendore che qualcuno dovrà pur aver creato, come Tonino Guerra, detto il comunista zen, sussurrò guardando il cielo e il mare, i mandorli e il silenzio attorno, perché lottimismo è il profumo della vita, così diceva in una pubblicità televisiva, violata da una bestemmia. Non soltanto la scrittura, anche la pittura, perché parola e colore vivono insieme. «Spesso lorizzonte è alle nostre spalle», lette così, oggi, sembrano lannuncio di un addio.
Aveva conosciuto la dolce vita ma aveva preferito la vita dolce, la piadina, più sincera del caviale.
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