I gemelli del furto

Roma Bruno Radosavljevic, 26 anni, di cui diversi trascorsi in carcere, ha una sfilza di precedenti penali. Nomade astuto, Bruno, è conosciuto molto bene da polizia e carabinieri che lo hanno arrestato più volte per furto in appartamento, droga, ricettazione. Ha un cugino, Gianni, somigliante a lui come una goccia d’acqua tanto da scambiarlo per un gemello. Se ne sono accorti i poliziotti di Ostia che, anni fa, lo hanno incastrato per una serie di furti rocamboleschi avvenuti mentre Bruno si trovava (in teoria) agli arresti domiciliari nel campo rom di via Ortolani, ad Acilia. Nonostante avesse un alibi di ferro (i carabinieri del posto lo controllavano anche tre volte al giorno), le impronte digitali lasciate da Bruno in vari appartamenti della capitale parlavano chiaro.

Il trucco? Scambiarsi di posto con il cugino «gemello», in maniera tale da essere contemporaneamente in due luoghi diversi. Escamotage che non gli impedisce di finire nuovamente in prigione: messo alle strette a Bruno non resta che confessare. Per i familiari, compreso lo zio Dragan Radosavljevic, capoclan del villaggio rom, Bruno sarebbe, invece,«un bravo genitore, gran lavoratore», e - udite, udite! - «astemio come pochi».

«Altroché! Se non lo fermavo in tempo quello era capacissimo di combinare altri sfracelli - racconta Massimo Brunetti, l’imprenditore che ieri lo ha inseguito e consegnato ai vigili urbani -. L’ho pure salvato dal linciaggio: la gente era inferocita. Gli urlavano di tutto».

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