Roma

I genitori dichiarano guerra ai menu etnici

Menù etnici, ora la rivolta corre mediatica. Pasta, pizza e cicorione romano tremano. Sembrava solo un capriccio di qualche genitore troppo legato alla tradizione culinaria nostrana. Miopia all’italiana. E invece è una guerra senza quartiere.
«Mio figlio è tornato a casa che aveva vomitato tutta la sua razione di pollo con le lenticchie» dice Carlo dai microfoni di Radio Tiricordi, emittente tra le più attendibili per misurare il disagio cittadino. E quello delle mense etniche, a proposito a novembre arivano le ricette romene, è un allarme cittadino da non trascurare. Lo speaker Luca Casciani fatica a trattenere la rabbia dei genitori all’ascolto. «Pronto Luca sono Luciana, sono la nonna di un bambino disgustato dal menù del Bangladesh di mercoledì, aveva il ditino al naso per la puzza... ». «Alla Trilussa i bambini hanno saltato il pranzo - aggiunge Franco - mica se può continuà così!».
Fin qui il popolo sovrano, confortato però dal mondo politico. «È un fatto, gravissimo l’introduzione del menù etnico nelle scuole romane è violenza perpetrata ai danni dei bambini impossibilitati ad avere alternative a quel cibo. È vergognoso che in tale decisione non si sia coinvolto tutto il Consiglio comunale», afferma Samuele Piccolo, consigliere comunale di An. «Come membro della Commissione Scuola ritengo inammissibile il fatto che i nostri bambini debbano subire cibi e culture di altri paesi senza che i propri genitori ne siano al corrente o che accettino tale imposizione per farli sentire parte integrante della comunità scolastica. Mi domando, e la domanda la giro all’assessore Coscia, se qualche bambino, visto l’aumento di allergie e intolleranze ai cibi, dovesse avere problemi di salute, su chi ricadrà la responsabilità di tale scellerata decisione?.
«È un progetto che non ha tenuto conto della volontà delle famiglie che ogni mese versano alle casse comunali più di 40 euro per permettere ai figli di usufruire della mensa scolastica- aggiunge Beatrice De Bono, consigliera di Forza Italia del XVI municipio, e insegnante in una scuola elementare -. Ho ricevuto in questi giorni numerose telefonate da parte dei genitori che denunciavano che i propri figli non avevano mangiato nulla e alcuni addirittura si erano sentiti poco bene a causa del sapore troppo speziato del cibo indiano.

Non si può imporre l’alimentazione in questo modo».

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