RomaLha saputo a scuola, dove si era precipitata per avere informazioni sullincidente, che era sua figlia una delle due ragazze vittime del crollo di una parete di roccia a Ventotene. E il suo urlo straziante ha gelato tutti: «Non è vero, non è vero, non può essere lei», ha gridato la mamma di Sara Panuccio, battendo i pugni su una porta a vetri e ferendosi. Poco distante i parenti di Francesca piangevano abbracciati in silenzio. Poi, tutti insieme, in elicottero sullisola per riportare a casa le salme, mentre nella scuola media Anna Magnani continuava lo strazio degli altri genitori e dei compagni di scuola. Più tardi, dopo essere tornato da Ventotene con la sua bambina in una bara, il papà di Sara, Bruno Panuccio, ha trovato la forza di parlare al Tg3: «Mia figlia è morta in una maniera assurda. Sono stato sul posto, ho toccato il pezzo di montagnola che è ancora attaccata, è friabile, lho tirata giù con le mani. E poi ha piovuto e ripiovuto, quindi che lì sarebbe venuta giù è una cosa certa, era solo un discorso di tempo».
«Sara e Francesca erano due bambine modello, molto tranquille, perciò le conoscevo poco», ricorda il preside dellistituto, Riccardo Brugner. Non era la prima volta che la scuola organizzava gite a Ventotene: «È una gita collaudata, una meta tipica per unescursione storico-naturalistica. Ad accompagnare i ragazzi cerano quattro insegnanti. Nessuno avrebbe potuto prevedere una simile disgrazia». «Ho sentito mio figlio - dice una mamma - era disperato, piangeva ininterrottamente. Era terrorizzato, mi ha detto di aver visto i suoi compagni buttarsi in acqua e altri allontanarsi urlando. Era linferno, le professoresse hanno cominciato subito a scavare per liberare le due ragazzine ma non cè stato nulla da fare». «Hanno rischiato tutti, erano distesi a prendere il sole», rivela un docente della Anna Magnani. Al momento della tragedia con gli studenti cera anche Matteo Valle, geologo e accompagnatore della Mediterranea Viaggi, che ha organizzato la gita: «Una classe stupenda, studenti buonissimi e attenti che si erano guadagnati un giro sulla spiaggia. Quel giro a Cala Rossano era un premio. Ero con loro quando ho visto due enormi massi di tufo staccarsi allimprovviso dalla parete rocciosa e travolgere le ragazze». Mauro Ugazio, invece, è uno dei responsabili dellagenzia che da 25 anni porta gli studenti di tutta Italia sullisola: «Non posso dire che questa tragedia si poteva evitare - commenta - quel luogo era sicuro, è una spiaggia balneabile con una regolare discesa.
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