I genovesi non si meritano questo gioco al ribasso

I genovesi non si meritano questo gioco al ribasso

di Laura Marasini

Sono milanese, la mia vita è trascorsa tra il cielo grigio di caligine e le strade congestionate dal traffico frenetico, ma un angolo del mio cuore è sempre rimasto là sugli scogli e sul mare della Liguria che ho conosciuto fin da bambina. Anche Genova e i genovesi hanno un posto speciale nella mia memoria dove ricordi, affetti e paesaggi si intrecciano in una intensa rete di sentimenti che mi accompagnerà per sempre. Proprio per questa affezione (malattia) «ligure» non capisco, anzi non condivido proprio la lettera dell’assessore alla sicurezza pubblicata sabato 11 giugno.
Non mi sembra qui il caso di contestare punto per punto le argomentazioni e i molteplici rilievi fatti sulle brutture (a suo dire) di Milano. Un appunto soltanto: ho cercato in piazza del Duomo i segni di desolazione di cui parlava nel suo intervento, ma non li ho trovati! Posso comunque dire, senza alcun senso di rivalsa o di campanilismo, che girando quotidianamente per la mia città, non ho quell’impressione di degrado e di sporcizia come riferito dal signor Scidone.
Ma è su un’altra questione che vorrei riflettere: sulla questione di metodo. Mi lascia perplessa il fatto che un assessore che ha avuto la nomina per la sicurezza, dunque per tutelare i diritti dei cittadini alla sicurezza, possa replicare alle critiche ricevute portando a propria giustificazione il fatto che ci siano realtà cittadine più degradate. A parte il confronto con Milano (su cui restano forti dubbi sulla visione demolitrice dell’assessore) è ovvio che non c’è limite al peggio. È un gioco, questo, al massacro che non è consono alle responsabilità di un assessore. Per di più, il signor Scidone non ha fatto, nella sua lunga lettera, alcun diretto riferimento a quei problemi di sicurezza, degrado, sporcizia di Genova che erano stati evidenziati nell’articolo del Giornale. Perché? Ancora una volta ci chiediamo perché? Forse queste situazioni critiche non esistono? O forse non se ne vuole prendere atto perché è più faticoso tentare di risolvere i problemi piuttosto che ricorrere a facili patetici confronti per dimostrare che tanto non si è peggio degli altri?
Mi domando se sia questo l’atteggiamento che i genovesi (cittadini) chiedono al loro assessore, è questo che si aspettavano quando hanno espresso il voto? Non ho la presunzione di rispondere al loro posto, ma ho la sensazione che tutto questo li faccia soffrire.
Sono stata recentemente più di una volta a Genova e veniva anche a me, che pure sono «foresta», la voglia di chiedere perché.

Perché la magnificenza dei palazzi storici, il fascino dei carruggi, l’incanto di certe piazze baciate dal riflesso dorato del sole sono così trascurati e maltrattati? Concludo dicendo che i genovesi meritano un impegno meno politicizzato e più politico dalle loro istituzioni. Perché oltre a godere (beati loro) del sole e del mare (che non sono vanto di nessuna giunta al mondo) possano riuscire a vivere meglio la loro bellissima terra.
Una milanese che ama Genova e la Liguria.

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