Al fine di tentare di risollevare il settore edilizio e, più in generale, l'economia, il Governo Italiano ha elaborato un pacchetto di misure definito «Piano Casa».
Il «Piano Casa» dovrebbe comporsi di due provvedimenti: un Decreto, varato dal Consiglio dei ministri, con le misure più urgenti per l'edilizia e un disegno di legge, da approvare successivamente, contenente alcune modifiche al Testo unico dell'edilizia e al Codice dei beni culturali.
Le misure contenute nella bozza di decreto, riprendono in gran parte quelle previste dal disegno di Legge approvato dalla Giunta Regionale del Veneto, e precisamente sarà possibile ampliare edifici esistenti del 20% del volume, se destinati ad uso abitativo e/o loro pertinenze, o del del 20% della superficie coperta se adibiti ad uso non abitativo (magazzini, edifici industriali, locali commerciali).
L'emendamento incentiva altresì al recupero di vecchi edifici non soggetti a particolari forme di tutela o vincoli, per i quali non é più possibile la ristrutturazione, ma si rende necessaria la demolizione e la successiva ricostruzione. In tal caso si potrà aumentare fino al 30% del volume esistente per gli edifici residenziali o assimilati, e fino al 30% della superficie coperta per quelli adibiti a uso non abitativo.
Si potranno ottenere ulteriori incrementi in caso di utilizzo di tecniche costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso alle energie rinnovabili.
Il provvedimento prevede altresì una riduzione del 20% degli oneri di costruzione dovuti al Comune, con ulteriori sconti qualora l'immobile in oggetto sia destinato a prima abitazione del proprietario o di un parente.
Tutti gli interventi devono essere realizzati nel rispetto delle norme di tutela dei beni culturali e paesaggistici e sono subordinati al rilascio del permesso di costruire sulla scorta di idoneo progetto. L'autorizzazione non potrà riguardare fabbricati ultimati dopo il 31 dicembre 2008 e che siano in regola con le norme edilizie (pertanto esclusi i fabbricati anche parzialmente abusivi) e dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2010.
In materia di IVA il Consiglio ECOFIN del 10 marzo scorso ha autorizzato i Paesi membri dell'Unione Europea a ridurre, in via permanente, l'aliquota IVA per le prestazioni di servizi ad alta intensità di manodopera, tra le quali, in Italia, rientrano gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle abitazioni.
In precedenza, con la Finanziaria 2009 (L. 203/2008), l'Italia ha già prorogato, fino al 31 dicembre 2011, l'applicazione dell'IVA in misura pari al 10% per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle abitazioni.
Resta fermo che per gli interventi «restauro e risanamento conservativo», «ristrutturazione edilizia» e «ristrutturazione urbanistica», l'aliquota IVA ridotta al 10% si applica, in via permanente, per gli interventi eseguiti su tutte le tipologie di fabbricati sia ad uso abitativo che non.
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