Il Nucleo operativo di piazza Beccaria non esiste più, nasce lUnita operativa, il nuovo nome del gruppo di ghisa che continuerà a occuparsi di abusivismo commerciale, tralasciando però altri aspetti della microcriminalità. Ma tra gli stessi agenti non cè uniformità di vedute nei confronti di questa innovazione. Se per Oriano Brianzoli, ufficiale del Nucleo cambia solo il nome, Daniele Vincini sindacalista del Sulpm, accusa: «Così hanno distrutto un efficiente gruppo di lavoro».
«Siamo nati nel 2000 per occuparci di abusivi, negli anni abbiamo allargato il nostro impegno anche a prostituzione, droga e gioco dazzardo e ora torniamo a seguire solo la contraffazione e in determinate zone della città. Ma non è che se vedremo qualcuno spacciare, ci gireremo dallaltra parte» commenta Oriano Brianzoli, storico ufficiale del vecchio Nucleo convinto che cambi poco o nulla. «Infatti laltro giorno abbiamo operato in divisa e abbiamo ugualmente effettuato un grosso sequestro di sigarette di contrabbando».
Di tuttaltro avviso Vincini: «La trasformazione era già nellaria e la vicenda di Amigoni (il ghisa che ha ucciso un ladruncolo cileno al Parco Lambro, ndr) ha solo accelerato un processo. Ma per favore non parlatemi di rimodulazione ma bensì di annientamento e azzeramento del reparto, già a partire dai numeri, perché le 67 unità originarie sono già scese a 43. In realtà cambierà tutto già a partire dal riferimento gerarchico: prima il Nucleo dipendeva dal comandante ora dal funzionario della zona Duomo. Poi il controllo era generale e su tutto il territorio, che veniva presidiato in borghese senza farsi annunciare da auto distituto e divisa. Andrà inoltre perduta un professionalità che si era andata costruendo lentamente, con anni di operatività sul territorio. Penso per esempio alla squadra che seguiva gli accertamenti sulle proprietà immobiliari, per contrastare il fenomeno della prostituzione e dellimmigrazione clandestina. Nessuno se ne occuperà più, perché polizia e carabinieri seguono tendenzialmente la macro criminalità».
Vincini sente poi tirare un brutta aria: «Mi riferisco a quattro ghisa messi sotto procedimento disciplinare e trasferiti perché accusati da un collega di aver maltrattato un fermato. Senza che venga prodotto un certificato medico con un sol giorno di prognosi né che la vittima abbia sporto denuncia.
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