Cronaca locale

I giovani bevono troppo presto, Comune contro l’happy hour

L’assessore Landi: «Alle sette di sera ci vogliono aperitivi analcolici». La ricerca: il 60% dei ragazzi consuma cocktail prima dei 13 anni

Milano capitale dell'economia, della moda e dell'happy hour. Fra i tanti luoghi comuni associati alla città c'è l'abitudine - che nel tempo si è diffusa in mezza Italia - di ritrovarsi al tramonto per bere un drink e mangiare qualcosa in compagnia. E perché no, anche sostituire la cena con pochi euro. Amato da migliaia di giovani, adesso l'aperitivo viene accusato nientemeno che dall'assessore comunale alla Salute. «A Milano si beve troppo e troppo presto - tuona Giampaolo Landi di Chiavenna -. Non solo per l'età, visto che una recente ricerca ha evidenziato come il 60 per cento dei ragazzini si avvicini all'alcol prima dei 13 anni. Ma anche per l'orario. L'happy hour è un'abitudine simpatica, di socializzazione. Ma cominciare a bere dalle 19 non è salutare».
E così l'assessore lancia l'idea: «Proporrò happy hour analcolici o con un basso tasso alcolico. Il fatto che i locali offrano cibo gratis a chi compra da bere a prezzo fisso, invoglia la maggior parte dei giovani a ordinare alcolici - spiega l'assessore -. Farò in modo che passi una nuova linea: cibo gratis a chi beve cocktail analcolici». Per trasformare il momento dell'aperitivo in «un mezzo per avvicinare i ragazzi a un uso più intelligente del divertimento». Da parte sua, Gianroberto Costa, segretario generale dell'Unione del commercio, fa notare come gli esercenti siano «da sempre impegnati nella prevenzione. Il fatto che insieme con gli alcolici sia offerto cibo ha proprio lo scopo di contenere gli effetti negativi del consumo di alcol. Detto questo - precisa -, è chiaro che l'happy hour debba essere vissuto dai giovani in modo più consapevole. Imparando che un prodotto italiano di qualità, come per esempio il vino, può essere gustato senza esagerare e rischiare». «Nessuno vuole demonizzare le abitudini dei ragazzi. Il nostro obiettivo - conclude Landi di Chiavenna - non è impedire ai giovani di divertirsi vietando qualunque cosa, ma inculcare un maggiore senso di responsabilità e legalità». È a partire da queste premesse che il Comune ha lanciato la seconda campagna di sensibilizzazione contro l'abuso di alcol, in collaborazione con l'Unione del commercio. Cinquemila manifesti con l'appello: «Non sei tu che abusi dell'alcol. È lui che abusa di te», saranno affissi in centinaia di negozi, locali e punti vendita della grande distribuzione. La prima campagna era stata promossa lo scorso luglio, all'indomani dell'ordinanza che vieta il consumo e la vendita di alcolici agli under 16. «L'obiettivo è sensibilizzare i giovani su un uso più consapevole delle bevande alcoliche», continua l'assessore. Gli esercenti hanno aderito con entusiasmo: «Lo avevano già fatto a luglio - conferma Gianroberto Costa, segretario generale dell'Unione del commercio -. Anche perché non abbiamo notato una flessione delle vendite». In compenso le ordinanze hanno già dato qualche frutto: 109 multe in tutto il 2009.

E per quanto riguarda la norma relativa agli under 16: 17 multe a minorenni, due a maggiorenni che avevano venduto bevande ai ragazzini, una a un tabaccaio e una licenza sospesa per un mese.

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