I giovani fanno sesso già a 13 anni ma gli aborti non sono aumentati

Le giovani e il sesso. Mentre scende l’età della prima volta (per una lombarda su cinque è a 13 anni), dagli anni Ottanta a oggi non sono cresciuti gli aborti. Ancora nebulose le informazioni, quasi tutte sanno cos’è l’Aids ma quando si parla di Hiv le certezze vacillano. Una su tre non sa che fra le malattie sessualmente trasmesse alcune sono così subdole da non dare alcun segnale pur provocando la sterilità. Una su due non è consapevole che sono le donne più giovani a essere maggiormente a rischio. Ma c’è anche chi crede che l’Aids sia una malattia che colpisce i drogati e chi è convinta che la pillola protegga da qualsiasi contagio sessuale.
Intervistate 1.304 studentesse di 11 scuole superiori milanesi, licei e istituti tecnici e professionali, di età compresa fra i 13 e i 18. L’indagine è stata condotta dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) e divulgata ieri. Il primo a commentarla è l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna: «Esiste il problema delle malattie sessualmente trasmesse fra giovanissimi ma un problema altrettanto grosso è come affrontare la questione. Dalla ricerca è emersa una sete di informazione e questo è un dato positivo. Mi ha impressionato un dato: l’89 per cento ha dichiarato che il preservativo è il mezzo più sicuro per proteggersi dalle infezioni ma una su cinque ha ammesso di usarlo solo occasionalmente».
Quanto al bisogno di sapere, «ci si accorge per la prima volta dopo tanti anni che le fonti privilegiate sono famiglia e scuola, dopo vengono le amiche, la televisione e internet» ha messo in evidenza la ricercatrice Elena Ripamonti. E attraverso i questionari le studentesse esprimono l’esigenza di ricevere più informazioni dagli insegnanti e dalle istituzioni. Secondo Vincenzina Bruni, professoressa di ginecologia e ostetricia a Firenze «andrebbero però sensibilizzate a rivolgersi a ginecologi, medici di famiglia o ai consultori, a professionisti capaci di cogliere il punto di vista dell’adolescente e di informare con chiarezza». Sull’importanza dell’educazione sessuale si è espressa anche Alessandra Kustermann responsabile del pronto soccorso di ostetricia al Policlinico: «Abbiamo visto che se le ragazze vengono informate adeguatamente diminuiscono i rapporti sessuali e la promiscuità, il continuo cambiar partner. Le linee guida andrebbero date già alla scuola media. Con l’informazione dagli anni Ottanta a oggi gli aborti fra le donne adulte sono dimezzati e quelli fra le giovani sono rimasti invariati (trend evidente su scala nazionale)». Qualche dato: il 31 per cento delle intervistate ha dichiarato di aver avuto rapporti completi (di queste il 7% delle quattordicenni, il 25% delle sedicenni e il 51% delle diciottenni), il 59 per cento è vergine e il 10% ha preferito non rispondere.

Una ragazza su due non sa che le malattie sessualmente trasmesse sono in gran parte curabili se trattate correttamente, una su tre ignora che i batteri possano infettare senza lasciare sintomi. Le infezioni uro-genitali fra i 15 e i 25 anni sono in aumento, si è passati dal 14% del 2005 al 20% del 2008.

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