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Fra i giovani raddoppia l’uso della cocaina

Il 5 per cento dei giovani italiani fra i 15 e i 18 anni ha provato almeno una volta la cocaina, mentre il 3,6 per cento ne ha fatto uso più volte nell’ultimo anno. È il dato più preoccupante emerso dal congresso «Cocaina e poliabuso: la realtà italiana e gli scenari internazionali», organizzato da Federserd e in corso a Palermo fino a domani.
Il problema più grande oggi è proprio quello della giovane età a cui i ragazzi entrano in contatto con gli stupefacenti: «Le più recenti osservazioni scientifiche - ha spiegato Michele Ferdico, responsabile del Sert di Sciacca (Agrigento) - indicano che, al di là dei profili psicologici dei consumatori di cocaina, il più alto dei rischi è la precocità del consumo. Usare la sostanza in età adolescenziale comporta il pericolo di una difettosa maturazione di alcune tra le più evolute aree del cervello, deputate al controllo inibitorio del comportamento e alla regolazione emotiva».
L’uso di cocaina è più che raddoppiato negli ultimi anni, non solo in Italia, ma in tutta Europa: ormai, grazie anche alla diminuzione del costo, è la droga preferita dai giovani. Il consumo è infatti concentrato nella fascia fra i 25 e i 34 anni e, soprattutto, fra i maschi residenti in città: gli uomini sono infatti il 9 per cento, contro il 4,5 per cento delle donne. L’abuso di polvere bianca avviene anche «a scapito» di altre droghe, come l’ecstasy: si è infatti diffusa sempre più la convinzione che la cocaina non causi danni eccessivi.
«Un problema serio - ha spiegato Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine - rimane la marijuana. La diffusione è ampia e la maggior parte dei paesi ha rilevato un aumento del consumo. Occorre fornire informazioni chiare e scientifiche sui rischi di esposizione alle droghe ed essere chiari sui rischi reali per la salute e sulle conseguenze mentali dell’uso degli stupefacenti: bisogna abolire la falsa nozione di “droghe leggere”».
Un’altra tendenza in crescita è quella all’assunzione di diversi tipi di stupefacenti da parte di una stessa persona. I rischi per la salute, ovviamente, aumentano ed è anche più difficile trovare una cura adeguata. Al congresso di Palermo è stata infatti sottolineata la possibilità di ricorrere a un vaccino per proteggere dagli effetti della cocaina: il farmaco sarebbe attivo già dopo tre mesi dalla somministrazione e la sua efficacia coprirebbe quasi un anno.
Il vaccino ha già superato la prima fase di sperimentazione clinica sull’uomo.

Il limite è, però, che sarebbe efficace solo per i cocainomani «puri» e non per i cosiddetti «poliabusatori», coloro che assumono anche altre droghe, soprattutto eroina associata a un elevato consumo di alcol. Per questi ultimi è però ora disponibile un farmaco, la butrenorfina, che sta gradualmente prendendo il posto del metadone: introdotto nel 2000, crea minore dipendenza e può essere assunto a giorni alterni.

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