I graffitari del Leonka autorizzati a sporcare

I graffitari del Leonka autorizzati a sporcare

da Milano

Venti metri per sei, il muro grigio di via Mancinelli si colora. Ricompare il murales del Leonka, replay di quello cancellato dal tempo e dedicato nel 1978 a due giovani autonomi Fausto e Iaio morti in circostanze mai chiarite. Ma ventinove anni dopo i ghisa sono pronti a stendere verbale.
Stavolta, però, i graffitari del centro sociale non hanno bisogno di invocare alcuna pietas: hanno con sé un foglio di carta che li «autorizza» a dipingere quel muro di proprietà dell’Atm, la municipalizzata del trasporto pubblico. I vigili si scusano, la polizia identifica i presenti e l’amministrazione comunale fa i conti con una posizione che, quantomeno, appare schizofrenica: già, mentre la giunta Moratti fa le chiamate alle armi per una città più pulita c’è chi autorizza a sporcare i muri, dopo che già un assessore, Vittorio Sgarbi, ha invitato i writers a «migliorare i muri grigi del teatro Arcimboldi».
Sconfitta che Maurizio Cadeo, assessore al Decoro urbano, non ci sta a subire: «Di giorno ripuliamo i palazzi di Milano, consapevoli che i cittadini considerano le strade e le piazze come la loro casa e la casa dev’essere pulita. Ma di notte c’è chi sfida il Comune a colpi di graffiti e di ingiurie indirizzate contro quest’amministrazione e, sorpresa, con in tasca l’autorizzazione di una municipalizzata». Troppo, davvero troppo anche perché «abbiamo appena steso una mano di grigio sui muri della Darsena per cancellare tutti i graffiti, compreso quello dedicato a un militante dei centri sociali morto durante un diverbio al bar». Costo dell’operazione? «Quarantamila euro, tondi tondi, e due giorni dopo la scoperta sulle pareti della Darsena di scritte senza pietas per me, il sindaco e il centrodestra».
Difficile dissentire, anche perché «si tratta di scritte, graffiti che dal punto di vista storico non hanno alcun valore» aggiunge Carlo Fidanza, capogruppo consiliare di An. E poi, aggiunge Cadeo, «autorizzare quest’impresa in via Mancinelli rappresenta uno schiaffo a tutti quei milanesi che applaudono alla linearietà e alla determinazione della mia, della nostra azione». Che si declina, per la cronaca, nella pulizia per una volta e a spese del Comune di tutti gli stabili - 50mila - e successivamente in un abbonamento anti-writers al costo mensile per condomino pari a un caffè.
«Operazione voluta da Letizia Moratti, che con i cittadini ha preso un impegno: ripulire Milano da questo sconcio come Amsa, i netturbini, sta facendo con efficienza» conclude l’assessore Cadeo, che spera siano «colti sul fatto ’sti quattro writers».

Speranza concreta solo se però sarà passato quel disegno di legge firmato da Antonio Caruso, ex presidente della commissione Giustizia del Senato: «Lì, concretamente, si colpisce chi viene colto sul fatto: o ripristina il muro ante-graffito oppure ripaga il danno. L’alternativa a quest’opzione è finire davanti al giudice di pace ovvero velocità di giudizio». In via Mancinelli, intanto, dipingono di rosso il muro con l’assenso di Atm.

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