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I laburisti vogliono le dimissioni di Blair

Da sinistra accuse al premier per l’appoggio a Bush. Salgono le quotazioni di Prescott, che insultò il presidente Usa

da Londra

Durante il congresso annuale del partito laburista britannico, in programma il prossimo mese, a Tony Blair sarà chiesto di dimettersi a causa del sostegno dato alla politica mediorientale del presidente statunitense George W. Bush. Lo ha scritto ieri il quotidiano The Independent nella sua versione online, spiegando che si tratta di una sfida diretta della sinistra del partito alla leadership del primo ministro.
Una risoluzione d'urgenza, che chiede a Blair di farsi da parte per la «fallimentare» linea adottata nella questione irachena e che siano indette elezioni per la nomina di un nuovo leader entro due mesi dallo svolgimento del congresso, sarà inviata a tutti gli elettori del Labour.
Gli inviti a Blair a farsi da parte sembrano oggi rafforzati dalla crescita dei consensi per il vicepremier che, come aveva riferito qualche giorno fa proprio The Independent, ha definito «una merda» la politica di Bush per il Medio Oriente.
L’esternazione di Prescott aveva messo in imbarazzo Blair. E molti deputati laburisti, scrive ancora il quotidiano britannico, concordano con il vicepremier, che aveva espresso la propria opinione con un termine così poco elegante in una riunione privata a Whitehall, presenti parlamentari ed esponenti delle comunità islamiche del Regno Unite.
Il giornale londinese pubblica anche un sondaggio condotto tra politici laburisti. Stanno con Prescott. Il sindaco di Londra, Ken Livingstone afferma che, al di là di ciò che Prescott può aver detto, l'amministrazione Bush è un disastro per gli Stati Uniti e ha inferto un duro colpo alle relazioni internazionali. Critica anche l’attrice Glenda Jackson, parlamentare di Hampstead e Highgate: «Per Bush siamo semplici portaborse».

Lo scozzese Ian Davidson, ritiene che «l'analisi di Prescott sia sintetica e accurata».

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