Se dipendesse dal voto dei lettori, il candidato sindaco ideale per Genova nel 2012 ci sarebbe già: lui, Pierluigi Vinai, vicepresidente della Fondazione Carige e presidente della Carta dei valori del Pdl. Perché Vinai, dopo un inizio, per così dire, in sordina nel sondaggio del Giornale (due o tre voti striminziti nel giro di una settimana), è decollato alla grande conquistando posizioni su posizioni, fino a scalare la vetta. Con la precisa sensazione di non volerla più abbandonare, visti i consensi, sotto forma di tagliandi, che arrivano in blocco, a ritmo quotidiano. Eppure, non è che Vinai abbia fatto granché campagna elettorale. Anzi, non ne ha fatto neanche un po.
Lattuale maglia rosa del toto-sindaco non è di quelli che sgomitano per farsi avanti quando cè da andare in televisione e sui giornali, o comunque cè da finire sotto i riflettori. Non è di quelli che «curano limmagine» a scapito, magari, della sostanza. Lui, più semplicemente, preferisce il «basso profilo di comunicazione». Che non significa defilarsi quando cè da lavorare, quanto piuttosto impegnarsi dietro le quinte e lasciare agli altri il proscenio. Purché, sia chiaro, le cose si facciano, purché i risultati si vedano, purché chi ha bisogno - la singola persona, la comunità, e perché no?, anche il partito - ottenga il dovuto che ci si aspetta e che compete. Una sorta di vocazione, la sua, che spiega il curriculum particolarmente denso di attività (si può quasi dire: di «attivismo»). Oltre agli incarichi in Fondazione Carige e Popolo della libertà, Pierluigi Vinai, genovese quarantenne, due lauree e unautentica passione per gli studi storici che non gli fa trascurare la famiglia, moglie e quattro figli, è un professionista nel campo della consulenza del lavoro e aziendale, guida il Comitato di Gestione del Fondo speciale per il volontariato in Liguria, come uomo di punta dellOpus Dei genovese, ed è al timone della Sspal, la Scuola superiore di pubblica amministrazione locale. Ma il suo coinvolgimento più recente e forse per lui più gratificante è limpegno a favore dei giovani, nellambito della «Festa» annuale che si svolge da tre anni in Liguria ed è già diventata un evento di carattere nazionale. Se ne occupa, certo, Vinai, come braccio destro del presidente Flavio Repetto alla Fondazione Carige, ma soprattutto come «interprete convinto ed entusiasta di unidea che si è trasformata in strategia»: le giovani generazioni sono una risorsa effettiva, da coltivare e ascoltare prima ancora di giudicare o indirizzare. È lo spirito che ha animato lultima «Festa dello sport» al Porto antico: oltre diecimila bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, oltre mille giovani ballerini delle scuole di danza affiliate alla Federazione danza sportiva della Liguria, dodici gruppi musicali giovanili di Genova, quaranta fra giovani musicisti e cantanti, mille volontari delle associazioni sportive e sociali, quaranta hostess, venticinque steward. E inoltre: venti mega-giochi gonfiabili, una piscina per il battesimo dellimmersione con respiratore, tre campi da minibasket, minivolley e minitennis, e due circuiti per minimoto, senza dimenticare i laboratori teatrali, la palestra darrampicata, i giochi solidali...
Come faccia, Vinai, a trovare il tempo per approfondire studi e ricerche, e trasferirle nei libri, è da manuale. Anche perché mica fa il romanziere o lo sceneggiatore di fiction.
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