I magnifici cinque finalisti del premio Campiello

Confermata una rilevante presenza femminile, la novità del Campiello di quest’anno sono il Sud e le isole, rappresentati da metà dei 31 concorrenti vagliati ieri dalla giuria (presieduta quest’anno dall’ex portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls) della 45ª edizione del Premio, che ha selezionato i cinque finalisti: Alessandro Zaccuri con Il signor figlio (Mondadori); Mariolina Venezia, Mille anni che sto qui (Einaudi); Carlo Fruttero, Donne informate sui fatti (Mondadori); Milena Agus, Mal di pietre (Nottetempo); Romolo Bugaro, Il labirinto delle passioni perdute (Rizzoli).
Per Silvio Ramat, docente di letteratura italiana all’Università di Padova, questa edizione è caratterizzata «dal rilancio della letteratura del Meridione: saghe familiari che attraversano più generazioni e toccano i temi dell’emigrazione e del ritorno». Scrittori e scrittrici del Sud, dice Philippe Daverio, critico e docente alla Facoltà di Architettura di Palermo, «nell’invenzione di un mondo postindustriale hanno da offrire energie molto particolari: non più localistiche e ricche di luoghi». Mentre Folco Quilici ha espresso rammarico per l’esclusione di Gennarina (Marsilio) di Corrado Ruggiero.
Il premio Opera prima (istituito nel 2004 e che per la prima volta non prevede il limite di età a 35 anni) è andato a Paolo Colagrande con Fìdeg, adito da Alet, piccolo editore di Padova. Andrea Riello, presidente della Fondazione Campiello e di Confindustria Veneto, ha commentato: «Il fatto che sia una casa editrice di nicchia ad aver vinto è un bel segno per l’impresa del territorio».


Prossima tappa (in vista della serata finale dell’1 settembre al Teatro La Fenice di Venezia), sempre nella città lagunare, dal 2 al 6 luglio, quando i cinque autori presenteranno i loro libri al Telecom Italia Future Centre.

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