Alessia Marani
Accanto ai dipendenti e ai parenti dei malati ospitati alla clinica San Francesco Caracciolo di Montesacro che protestano da giorni per il mancato pagamento degli stipendi e il conseguente pericolo di chiusura della struttura sanitaria convenzionata con la Regione, ora scende in campo anche la Fials-Confsal. I delegati del sindacato annunciano manifestazioni di protesta e una nuova mobilitazione generale entro la settimana. Una querelle, quella della Caracciolo, a cui presto proprietà e Pisana dovranno dare una risposta.
In pratica, la Regione sarebbe debitrice nei confronti dellhospice (uno dei pochissimi, una manciata in tutto nel Lazio, che si occupa dei malati terminali oncologici, anche a domicilio) di una cifra da capogiro, circa 3.680.000 euro. Per cui la società titolare non paga personale e fornitori. «Ancora una volta - dice Roberto Lazzarini, responsabile Fials - nellennesimo contenzioso tra sanità privata e amministrazione pubblica, a rimetterci sono i lavoratori che si ritrovano senza soldi a fine mese con tutti i gravi problemi che ne conseguono». Nei giorni scorsi sono apparsi sulle facciate della clinica di viale Tirreno striscioni e slogan di contestazione nei confronti degli organi regionali. «Da subito - spiegano i familiari dei degenti, attualmente 21 ricoverati e altre decine curati in casa - ci siamo schierati con questi medici e infermieri. La loro dedizione è stata ed è totale. Molti hanno lavorato senza stipendio anche nel mese dagosto. Trovarsi allimprovviso con una persona cara affetta da un tumore che sai già non le lascerà scampo è un trauma terribile. E sapere di poter contare sugli hospice è un gran sollievo.
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