I manifesti strappati nell’arte di Rotella

I manifesti strappati nell’arte di Rotella

Con un affettuoso omaggio a Mimmo Rotella, il grande artista recentemente scomparso, il nuovo spazio milanese Monte Carlo Art Gallery in via Bigli 11 che si occupa di capolavori che spaziano dal XVI secolo all’arte contemporanea del Novecento in due sezioni parallele, ha voluto dedicare a Rotella una mostra che ha per tema il suo rapporto con il cinema.
Così Ottavio Fabbri, amico e collezionista dell’autore, figlio di Dino Fabbri, fondatore della storica casa editrice, ha aperto le porte di questa sede espositiva per celebrare una serie di lavori insoliti dell’artista consacrato e messo a nudo dai famosi décollage.
Il suo amore per Rotella è nato proprio in virtù del fatto che fin da ragazzo aveva conosciuto da vicino molti artisti che hanno segnato la storia del Novecento e che dagli anni Cinquanta in poi frequentavano abitualmente la casa dei genitori. Lo stesso Fabbri ha diretto il film «Viaggio d’amore» con Omar Sharif e Lea Massari e non è un caso che gli sia venuto in mente di esporre 16 opere titolando la mostra «Rotella e il Cinema». Strappati e rimposti come in una sorta di montaggio cinematografico dando l’impressione di manifesti dedicati alla pellicola d’autore lacerati dallo stesso Rotella, i lavori che si potranno ammirare fino al 30 aprile (chiusura il lunedì), opere che sembrano creare nuovi nessi tra la pittura dell’artista e gli oggetti prodotti per sfidare la società borghese; gli stessi sono anche una dichiarazione d’amore dell’artista nei confronti dell’arte. I suoi lavori dedicati a Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Sofia Loren campeggiano sulle tele di Rotella accanto a capolavori di Bellini, Dyck, Guardi, Balthus, Utrillo e Burri, solo per citarne alcuni. Persino i dipinti eseguiti da Romina Power «The Power of color» rendono omaggio ai suoi famosi dècollage.

I manifesti cinematografici appesi per le vie di Roma, Rotella li strappava e se li portava a casa in attesa di demistificarli. Mastroianni, Minelli, Madonna sono solo alcune delle sue vittime affidate a un’estetica fatta di umori e di materia.

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