MilanoSe la moda fosse un film Miuccia Prada sarebbe più brava di Otto Preminger, Luchino Visconti, Woody Allen e Orson Welles messi insieme. Per la collezione uomo del prossimo inverno ha infatti costruito un vero e proprio kolossal con un casting che (come dice lei) «se lo sogna Via col vento»: dal premio Oscar Adrien Brody a Gary Oldman, da Willem Dafoe a Tim Roth, passando per Garret Hedlund, Emile Hirsch, Jamie Bell e i gemelli Alexandre e Victor Carril. «Volevo fare la mise en scene del potere maschile con i suoi difetti, le sue qualità e anche un pizzico di parodia» spiega la grande signora del made in Italy poco prima di far sfilare divi e modelli sulla più impeccabile scenografia che si possa immaginare. Al centro della sala cè un immenso tappeto rosso di 20 per 35 metri con geometrici disegni di fiori neri ordinatamente distribuiti sul bordo bianco. Sopra a questo straordinario palcoscenico sono sospesi sei monumentali candelieri ognuno fatto con 300 tubi al neon. Tutto questo che visti i tempi grami potrebbe sembrare perfino eccessivo, serve a creare la stessa atmosfera di opulenta austerità che si respira nei palazzi dei potenti: dalle varie sale del trono al Bundestang di Berlino, dalla sede del Politburo a Mosca ai saloni consiliari di banche, ministeri e grandi industrie.
Inevitabile quindi pensare che la sfilata si concluda con la notifica di un avviso di garanzia, ma Miuccia stessa sorridente e rilassata come non mai avverte di aver risolto il lato parodistico del suo magnifico film con piccoli sapienti tocchi di moda. Ecco quindi la punta volutamente esagerata delle classiche scarpe stringate degli uomini che decidono le sorti della gente. Il fiore allocchiello cè ma è una piccola scultura in pelle, mentre sul bavero di giacche e cappotti compaiono spille e spilline dogni tipo. Il resto è moda daltissimo livello, con autentici tocchi di genio come il pullover a collo alto bianco messo sotto alla camicia dello stesso colore e con le punte del colletto infilate in un panciotto dallabbottonatura alta che in qualche modo fa pensare agli sparati ottocenteschi. Le forme rigorosissime di abiti e cappotti restano austere anche con luso dinsoliti accostamenti come il viola con i colori della terra, dei disegni da cravatta perfino sul paltò e della tipica rigatura della giacca da maggiordomo utilizzata per giacche e camicie a dir poco perfette. Insomma tutto era così impeccabile da essere quasi inquietante. Poi in sala sono comparsi i divi di Hollywood perfettamente compresi nella parte soprattutto nel caso di Adrien Brody che ha deciso dindossare un cappotto sui toni del rosso degno di uno dei banchieri che hanno portato alla tragedia della Repubblica di Weimar per non parlare di Gary Oldman in nero come il vampiro Dracula di Bram Stocker e di Tim Roth severo e perspicace come il dottore di Lie to me. Senza dubbio non sè mai vista una sfilata uomo così pertinente per far riflettere e magari sorridere sulla rappresentazione del potere maschile. Sul fronte bellezza fisica il casting di Ermanno Scervino non è secondo a nessuno anche se stavolta si faceva fatica a guardare i bellissimi ragazzi in passerella visto che i capi erano magnifici: un inno alla maglia (star della stagione) declinata nel modo più intelligente e scenografico che si possa immaginare. I piumini scompaiono dentro a grossi golfoni a trecce trasversali, le più belle e nuove che si possano immaginare. Il motivo Principe di Galles diventa una stampa sul cappotto costruito accorpando due maglie nello stesso tessuto.
Anche Angela Missoni parte dallinfluenza inglese per approdare alla maglieria con una formidabile reinterpretazione dei grandi classici dello sportswear: parka e montgomery. Da non perdere il pullover con un effetto tatuato in rilievo. Imbattibile in questo senso la bella collezione di Calvin Klein disegnata dallitaliano Italo Zucchetti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.