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I medici potranno denunciare i clandestini

Via libera al ddl sulla sicurezza, ora il testo alla Camera (leggi tutte le misure previste). Pd e Udc: "Barbarie inumana". Ma gli irregolari saranno curati come prima. La polemica: "Il vero scandalo era obbligare i dottori al silenzio" di Mario Giordano

I medici potranno denunciare i clandestini

Roma - Primo sì del Senato al ddl sicurezza tra le polemiche dell’opposizione che parla con Anna Finocchiaro di "manifesto ideologico" verso gli extracomunitari. Dopo la stretta di ieri sul 41bis per i mafiosi oggi Palazzo Madama ha approvato norme che "rivoluzionano" la normativa sulla sicurezza. I medici potranno denunciare all’autorità giudiziarie gli immigrati clandestini. Le persone senza fissa dimora saranno schedate. La tassa per il permesso di soggiorno è fissata da 80 a 200 euro. Autorizzate inoltre le "ronde" non armate.

I medici potranno denunciare i clandestini Il Senato ha approvato l’emendamento della Lega che cancella la norma secondo la quale il medico non deve denunciare lo straniero che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche. L’emendamento a prima firma Federico Bricolo, capogruppo del Carroccio, ha avuto 156 sì, 132 no, uno astenuto. L’emendamento della Lega, all’articolo 39 del ddl sicurezza stabilisce che sia soppresso il comma 5 dell’articolo 35 del decreto legislativo 25 luglio 1998 numero 286 che recita: "L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".

Il registro dei clochard I clochard che vivono in Italia dovranno essere iscritti in un registro nazionale che verrà istituito presso il ministero dell’Interno. L’Aula di palazzo Madama ha approvato l’articolo 44 del ddl sicurezza che prevede la schedatura dei senza fissa dimora da avviare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Ronde non armate Il Senato ha approvato l’articolo 46 del ddl sicurezza che istituzionalizza le cosiddette "ronde". Nella norma si prevede, infatti, che gli enti locali saranno "legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio ambientale". Ma, grazie a un emendamento del Pd, primo firmatario Felice Casson, le ronde non potranno girare armate e non potranno "cooperare nello svolgimento dell’attività di presidio del territorio" così come era stato previsto invece nel testo licenziato dalla commissione Giustizia del Senato.

Apologia di mafia sul web Il Senato ha approvato nel ddl sicurezza l’emendamento proposto dal capogruppo Udc Gianpiero D’Alia, riformulato e quindi accolto dal governo, che vieta l’apologia o l’incitamento via internet o telematica in genere dell’attività della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonchè di incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso. Non più carcere per i writers. Alla fine il Carroccio la spunta e per i writers non si prevede più il carcere. Mentre le multe si riducono a meno della metà. L’Aula del Senato ha infatti approvato alcuni emendamenti del Carroccio che eliminano dal ddl del governo la previsione del carcere per chi imbratta i muri delle città. Si stabilisce anche che chiunque venda bombolette spray a minorenni con vernici non biodegradabili venga punito con una sanzione amministrativa fino a mille euro. 

Schifani difende la norma Se l’emendamento della Lega al ddl sicurezza che abolisce il divieto di non segnalazione degli immigrati irregolari che si recano al pronto soccorso "violasse o impedisse la possibilità di accedere al servizio sanitario nazionale, allora sarebbe un mancato rispetto della persona umana, ma questa norma non lo impedisce". Lo dice il Presidente del Senato, Renato Schifani, replicando in aula a Daniele Bosone del Pd che aveva denunciato "la lesione dei diritti umani" e che per questo solleva dubbi sull’ammissibilià dell’emendamento. "Questa norma - osserva Schifani - non impedisce allo straniero di presentarsi presso le strutture del sistema sanitario nazionale".

Le critiche dell'opposizione Prima che il Senato desse il via libera alla possibilità del medico di denunciare i clandestini, l’opposizione si è appellata al "buonsenso" per non introdurre una norma che "riduce il medico a fare il delatore", costringendo i clandestini a "non farsi curare per paura". Venendo così contro ai più elementari diritti umani che vengono prima di quelli della cittadinanza. In particolare Bosone ha detto che questa norma "straccia il codice deontologico dei medici e si corre il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi ad essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico". Secondo Bosone, peraltro, il rischio che "clandestini con malattie che portano dal loro paese non si faranno curare" con conseguenze per la stessa sanità pubblica.  Il capogruppo dell’Udc Giampiero D’Alia ha commentato: "Siamo alla barbarie". Il ddl "trasuda intolleranza" ha aggiunto, ammonendo la maggioranza: "Non riuscite a dare una sola risposta alla sicurezza, date sfogo all’istinto, alla pancia degli italiani".

No dei medici I medici italiani sono contrari alla possibilità di denunciare i clandestini che sono chiamati a curare. "Ribadiamo il nostro rispettoso ma fermo dissenso" spiega il presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco "per una norma che va contro l’etica e la deontologia, e si potrebbe rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica". La norma, voluta dalla Lega e approvata oggi dal Senato, "va contro il principo base della tutela della salute pubblica, cioè il libero accesso alle strutture e anzi l’incoraggiamento a recarvisi in caso di problemi di salute". Mentre i clandestini, temendo la denuncia, potrebbero da domani "curarsi non più in strutture riconosciute, creando fenomeni clandestini di cura molto rischiosi per la possibile diffusione di patologie". Sul profilo etico, scandisce Bianco, "l’immagine che ne esce è quella di un sistema che forse perde colpi sul piano dell’accoglienza, della prossimità, della vicinanza, che devono essere messi sopra qualsiasi cosa". D’altronde, ricorda Bianco, "la tutela della delinquenza da parte dei medici c’è già. Se viene da noi un clandestino accoltellato, o picchiato, o moribondo, abbiamo già l’obbligo di referto. Ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra sia un vulnus alla ragione e alla coscienza".

Cei: "Non denunceremo nessuno" "Alla Chiesa competerà sempre di aiutare le persone in pericolo di vita. Le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma noi continueremo ad aiutare poveri immigrati non regolari", ha spiegato monsignor Domenico Segalini, segretario della commissione Cei per le migrazioni. E tuttavia anche su questa materia, è possibile "riaprire un dialogo con lo Stato per raggiungere una mediazione". "Il mio cuore di pastore - ha affermato ancora mons. Segalini - mi dice di aiutare chi è in difficoltà e non sono obbligato a denunciare nessuno". Così "le indicazioni che daremo alle realtà di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c’è il rispetto della salute", "continueremo a mettere al caldo i barboni" ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l’immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente "oltre le strettezze delle leggi le capacità del cristiano". È grave, ha spiegato Segalini, che una persona in pericolo di vita "non vada a farsi assistere per paura di essere denunciato". In quanto a ciò che sceglieranno di fare i medici, mons. Segalini ha osservato che "i medici aiutano le persone che soffrono» non so come faranno in questa situazione "a difendere la loro professionalità". "Compito di un medico è quello di assistere chi soffre senza guardare ala religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte".

La Cigl: "Obiezione di coscienza" La Cgil valuterà "quali siano le iniziative più efficaci per scongiurare l’applicazione" della norma che elimina il divieto per i medici di denunciare gli immigrati clandestini che si usufruiscono di cure mediche, "prime tra tutte la disobbedienza civile e l’obiezione di coscienza". Lo annuncia, Carlo Podda, segretario generale funzione pubblica Cgil. Podda condanna "fortemente" l’emendamento, che "rappresenta in tutta la sua drammaticità il degrado culturale, valoriale e politico che attraversa la maggioranza di centrodestra sul tema dell’immigrazione.

Rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute, e indurrà tantissimi stranieri senza permesso di soggiorno a rinunciare alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, con tutto quello che ne consegue per i rischi per la salute di tutti i cittadini".

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