(...) «Purtroppo qualcuno ha cambiato le regole del gioco a tre giorni dalla formazione del governo, proprio mentre stavo per accettare. Allora, in assoluta libertà, ho deciso di mantenere la mia libertà politica e la mia dignità di uomo e ho rifiutato di accettare i loro diktat». Lui voleva un ruolo in un ministero importante, obiettivo mantenere peso e visibilità. Loro hanno preteso le sue dimissioni da tutto e subito qui in Liguria, consiglio regionale e segreteria del partito, ma in cambio non gli hanno dato la garanzia di un dicastero di peso. «Io mi sarei dimesso da solo, ma queste condizioni sono offensive». Che poi: «Dicono tanto dei sistemi di Berlusconi, ma loro si comportano peggio. Hanno concentrato la politica a livello romano, ci sono leve di potere che hanno militarizzato la politica».
Ieri il solo a gioire era Lorenzo Forcieri. Alle 10 ha giurato con gli altri 62 sottosegretari a palazzo Chigi, nel pomeriggio ha inviato una nota gongolante, titolo: «Il senatore Forcieri è lunico ligure a far parte del governo Prodi», anche se senatore non lo è più e proprio per questo è stato nominato sottosegretario, e lui a dire: «È per me un onore» e non un solo accenno ai colleghi liguri lasciati a casa. Del resto, nel centrosinistra ligure solo Claudio Gustavino il capogruppo della Margherita in REgione ha avuto il coraggio di dire che «in effetti noi a Roma non abbiamo nessuno».
Pazienza, hanno risposto Giuseppe Pericu e Claudio Burlando. Nessuna solidarietà allescluso, in fondo loro, Ds entrambi, un Forcieri a Roma sono riusciti a mandarlo. Il sindaco ha parlato di certa «comunità di intenti tra Genova e Roma, che si ravvisa anche dalle personalità che sono state chiamate a ricoprire incarichi di governo che hanno stretta attinenza con le esigenze di sviluppo della nostra città». Uno su tutti, anzi lunico, Fabio Mussi, che ligure non è ma è stato eletto in Liguria, che va al ministero dellUniversità e della Ricerca «un dicastero che per noi ha grande importanza, tenuto conto della prossima apertura dellIstituto italiano delle Tecnologie». Il presidente della Regione si è detto «soddisfatto per la nomina di un sottosegretario ligure e anche di un ministro, Fabio Mussi, eletto in Liguria, oltre che per la presenza di personalità di Genova e della Liguria negli staff dei ministeri», trattasi di uno dei Burlando boys, quel Franco Pronzato amministratore delegato di Interconsult che lavorò con lex ministro dei trasporti e poi anche con Tiziano Treu e Pierluigi Bersani e che adesso se ne torna a fare il consigliere al ministero dei Trasporti.
A ricordare come nel governo Berlusconi i liguri al governo fossero non uno ma tre, Claudio Scajola ministro, Maurizio Balocchi e Alberto Gagliardi sottosegretari, è stato lex governatore ligure Sandro Biasotti: «La Liguria è stata la Regione più maltrattata dItalia, nonostante Burlando vanti buoni rapporti con prodi e DAlema: questo è il segno di come la Liguria non conti nulla a livello nazionale e, purtroppo, saranno i liguri a pagarne le conseguenze».
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