Cronache

I migranti sbarcano in Sardegna e postano i selfie su Facebook

Anche il Sulcis, come l'agrigentino, alle prese in questi mesi con il fenomeno degli sbarchi fantasma: in una pagina del popolare social vengono pubblicati scatti, foto e notizie sulle traversate lungo la rotta algernina dell'immigrazione

I migranti sbarcano in Sardegna e postano i selfie su Facebook

Non solo la rotta libica, non solo quella tunisina, adesso le preoccupazioni sul fronte dell’emergenza immigrazione arrivano anche dall’Algeria; se l’estate del 2017 è stata contraddistinta, in Sicilia ed in particolar modo presso le coste dell’agrigentino, dal fenomeno degli sbarchi fantasma, la bella stagione non è andata meglio, da questo punto di vista, in Sardegna.

Sono, in particolare, le coste del Sulcis e del sud dell’isola ad essere state nel corso degli ultimi mesi interessate dall’approdo di centinaia di migranti i quali, proprio come in Sicilia, raramente lasciano tracce del loro passaggio e si disperdono così nelle campagne di Carbonia, di Is Solinas o di Teulada dopo l’arrivo a bordo di piccole imbarcazioni in spiagge che, il più delle volte, sono isolate e difficili da raggiungere via terra.

In alcuni casi i mezzi delle forze dell’ordine sono riusciti ad intercettare i barconi ed a trasferire i migranti presso il porto di Cagliari oppure nel vicino centro d’accoglienza di Monastir; in altri casi invece, gli scafisti sono riusciti ad eludere i controlli di Guardia Costiera e Carabinieri arrivando quasi indisturbati negli arenili dopo una traversata lungo l’intero specchio d’acqua del Mediterraneo compreso tra Algeria e Sardegna. E’ proprio questa la peculiarità più importante che distingue il fenomeno migratorio verso il Sulcis da quello che, dal mese di giugno fino alle scorse ore, ha preso di mira la provincia di Agrigento: in Sicilia infatti la gran parte dei migranti fermati è di origine tunisina, in Sardegna invece i controlli hanno evidenziato una massiccia presenza di soggetti partiti dall’Algeria.

Ma a suffragare queste ipotesi non sono soltanto supposizioni od operazioni delle forze dell’ordine compiute in terra sarda; esiste infatti su Facebook una pagina con più di settantamila seguaci che, da alcuni mesi a questa parte, aggiorna costantemente i propri utenti sui viaggi compiuti dall’Algeria verso la Sardegna: tale pagina si chiama ‘HaRaGa Dz’ ed all’interno si possono notare selfie scattati dai migranti durante le traversate, così come post scritti in arabo dagli amministratori in cui vengono postate informazioni e dettagli sia sui viaggi appena effettuati che su quelli che ancora devono essere intrapresi.

Tutto avviene alla luce del sole, senza censure o filtri ed anzi, traducendo le frasi in italiano, compaiono i dati con i quali è possibile stabilire i particolari inerenti le rotte e le condizioni delle traversate: si evince infatti, tra le altre cose, che le spiagge principali da cui i migranti riescono a partire sono quelle comprese all’interno del territorio di Annaba, l’antica Ippona in cui sono nati alcuni dei vescovi padri della Chiesa durante l’Impero Romano; non necessariamente le partenze avvengono da porti veri e propri, sembrano bastare piccole cale riparate da alcuni scogli nelle cui rive vengono messi in acqua i barconi utilizzati per arrivare in territorio italiano.

Nell’immagine di copertina della pagina, appaiono una bandiera britannica, una ragazza con la bandiera francese ed una piccola imbarcazione dalla quale sventola un vessillo dell’Algeria; in basso, postata in evidenza, vi è invece una foto in cui viene immortalata una conversazione tra un ragazzo giunto da poco in Italia ed un amministratore della pagina. In seguito, è un susseguirsi di post con video, selfie, ma anche per l’appunto indicazioni, dati e dettagli sulle traversate: a volte alcune foto sono anche corredate da commenti in cui gli utenti si congratulano per l’arrivo in Sardegna, augurando buona fortuna per il raggiungimento di altre mete finali.

Come detto, non ci sono filtri o censure: in nessuna foto il volto dei migranti, minorenni compresi, viene oscurato o nascosto, nei video si vedono chiaramente le spiagge da cui si parte e quelle in cui si approda; in uno degli ultimi post, un amministratore della pagina scrive: “Oggi abbiamo notizie dell’arrivo di un’altra barca in Italia, con a bordo sette giovani del mercato di Ahras e due da Ain Al-Damla”, i commenti degli utenti comprendono preghiere di aiuto a chi è approdato ed esultanza per la fine della traversata. In alcuni casi si assiste anche ad una sorta di ‘cronaca’ del viaggio: chi amministra HaRaGa Dz infatti, nella giornata di mercoledì 27 settembre, ad esempio, ha pubblicato una foto di alcuni ragazzi a bordo di un barcone, con la scritta ‘Ecco alcuni figli di Annaba in viaggio’; dopo qualche ora, in un’altra frase si legge in arabo ‘Sono ancora in viaggio, non appena avremo notizie le comunicheremo’ ed infine una nuova foto con questa volta scritto ‘Adesso sono in Italia al centro d’accoglienza e stanno bene’.

Scorrendo la bacheca, si leggono inviti alla stessa Guardia Costiera italiana: “Per favore – risulta scritto in un post di inizio settimana – Alcuni ragazzi sono fermi a 30 km dalla Sardegna, sono senza cibo, aiutateli”. L’impressione è che la pagina funga da vero e proprio portale per i viaggi della speranza intrapresi dalla rotta algerina; al suo interno si trova tutto quello che c’è da sapere sulle traversate, al pari delle notizie sulla sorte di chi si imbarca verso le coste italiane, compreso quando gli aggiornamenti che arrivano assumono connotazioni molto negative: il 26 settembre scorso ad esempio, in almeno tre post si fa riferimento ad un naufragio a largo della Sardegna in cui avrebbero perso la vita almeno 16 persone.

Nulla viene comunque lasciato al caso: chi amministra la pagina appare in contatto con scafisti, organizzatori della tratta od anche semplici migranti e grazie a questo si pubblica ogni genere di post; dai selfie sorridenti simili a cartoline inviate da un comune viaggio, alle informazioni ed agli orari degli approdi o dei trasferimenti verso il centro d’accoglienza di Monastir o verso Cagliari se gli algerini vengono fermati dalle forze dell’ordine.

Una vera e propria agenzia di viaggio, da cui è possibile trarre almeno due spunti di riflessione circa la natura attuale del fenomeno migratorio: da un lato, in Algeria non sembrano esserci controlli da parte della Polizia, né che le autorità del governo centrale siano impegnate in una qualche azione di contrasto alle partenze verso la Sardegna e la naturalità con la quale la pagina HaRaGa Dz gestisce le informazioni dà ampia testimonianza di tutto ciò; dall’altro lato, l’emergenza immigrazione in Italia non appare affatto finita, né tanto meno ridimensionata.

Ad agosto sono sì calati gli arrivi dal fronte libico, ripresi poi in realtà dalla seconda metà di settembre, ma dal fronte tunisino ed algerino il numero di approdi da giugno ad oggi si è fatto giorno dopo giorno sempre più preoccupante: tre tratte attive dai tre paesi dirimpettai dell’Italia nel Mediterraneo, con governi locali che faticano o neanche provano ad arginare il flusso di migranti e con una pressione sempre più forte, specie sulle forze dell’ordine e sulle popolazioni delle coste siciliane e sarde; non è questo certamente un bilancio lusinghiero per questa estate appena trascorsa, né tanto meno in grado di far considerare superata la fase più critica ed acuta dell’emergenza.

Nei giorni scorsi anche alcuni amministratori, tra cui il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed il Sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, hanno scritto al Ministro dell’Interno Marco Minniti per sottolineare l’esigenza di risposte immediate sul fronte della percezione di sicurezza richieste dalle popolazioni rappresentate.

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