«I milanesi mandano l’avviso di sfratto al governo Prodi»

Di strada ne ha fatta tanta. «Una media di 400 chilometri al giorno», macinati nelle ultime settimane tra i Comuni della Lombardia dove oggi e domani si sceglie il nuovo sindaco. E la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, è ottimista: «Il clima è molto positivo, ovunque l’accoglienza per Fi e Silvio Berlusconi è stata entusiasta. La gente userà queste elezioni come avviso di sfratto al governo Prodi».
In caso di vittoria, Berlusconi chiederà nuove elezioni..
«Se il governo fosse serio, non dovrebbe neanche aspettare l’esito per dimettersi. L’esecutivo non lavora, è in una situazione di stallo ammessa anche da parlamentari di centrosinistra. E la Cdl non accetta di essere messa sullo stesso piano. Alcuni organi di stampa e lo stesso Massimo D’Alema cercano di delegittimare tutta la politica come se le malefatte di Prodi fossero di tutti. Ma la gente non è sprovveduta, sa distinguere la politica che lavora per il suo bene».
Tre buone ragioni per votare i sindaci della Cdl?
«Garantiscono la difesa della famiglia, che si traduce con aiuti alle giovani coppie o alle famiglie che hanno in casa un anziano. Poi riduzione di Ici e Irpef e lotta agli sprechi. Terzo: il tema della sicurezza, no all’apertura indiscriminata agli immigrati e no a ghetti».
Possono piacere anche a chi votava centrosinistra?
«Credo che molti elettori che votavano per il centrosinistra, soprattutto quelli vicini alla Margherita, non confermeranno la loro scelta. Sono disorientati, delusi dagli attacchi alla famiglia di certa sinistra, dall’anticlericalismo, e il Family Day ha lasciato il segno».
La Lombardia può lanciare un messaggio al Paese?
«Come è accaduto prima in Molise e poi in Sicilia, anche la Lombardia darà uno slancio forte al cambiamento, gli elettori confermeranno il buongoverno della Cdl e la sfiducia in Prodi. Montezemolo, meglio tardi che mai, parla di tagli agli sprechi, riduzione delle tasse, impegni che tanti professionisti e imprese condividono con Fi da 10 anni. Vogliono dire basta al governo».
La Cdl non ha proprio nulla da rimproverarsi?
«Abbiamo commesso qualche errore: dove la Cdl si presenta compatta l’esito è più certo, in alcuni Comuni si andrà al ballottaggio perché non abbiamo un candidato unico. Nel centrosinistra invece c’è chi, con atto di viltà, si camuffa sotto una lista civica pur avendo la tessera di partito in tasca».
La partita più attesa è quella di Monza. Come finisce?
«Monza è una realtà molto produttiva, intraprendente, attende un cambio di passo, una politica opposta a quella del sindaco uscente Michele Faglia.

Il candidato della Cdl Marco Mariani è un uomo autentico, dalla stretta di mano franca, è di poche parole ma va subito al sodo, chiama i problemi con il loro nome ed è pronto a governare con schiettezza e con amore la propria città. Offre quel buongoverno che oggi a Monza non c’è».

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