Politica

I «miracolati» che sognano il grande botto

RomaL’Epurator è già in pista. «Non posso stare un’altra settimana ad aspettare le decisioni dei tribunali, io voglio fare campagna elettorale». Francesco Storace spera di fare «il grande botto» perché, spiega, «è chiaro che senza il Pdl per un elettore del centrodestra potrebbe essere più facile votare per noi». Anche l’Udc ci ha fatto un pensierino: presentando i suoi, Lorenzo Cesa ha regalato a tutti il codice della legge elettorale.
Ma tra un ricorso e un rigetto, una carta bollata e un’esclusione eccellente, nel Lazio i veri miracolati potrebbero essere altri. E cioè i candidati della lista civica di Renata Polverini. Se infatti alla fine dei giochi il Pdl resterà davvero fuori, la maggioranza degli elettori del centrodestra potrebbe riversare i suoi voti su di loro. In mancanza di meglio, i «parenti poveri» diventerebbero così i principali beneficiari del pasticcio.
Qualcuno di loro ha già fatto i calcoli. Se la lista principale, quella del Pdl, venisse riammessa dal Tar e se la Polverini vincesse, al raggruppamento civico spetterebbero al massimo cinque o sei posti sui settanta dell’assemblea regionale. Se invece il ricorso venisse bocciato, la lista Polverini piazzerebbe almeno una ventina di consiglieri, più i 14 del «listino» che scattano come premio di maggioranza. Nonostante i proclami, la concorrenza interna di Udc e La Destra, secondo gli esperti, è relativa. Il partito di Storace è accreditato di un quattro per cento: se pure raddoppiasse, potrebbe strappare sei-sette consiglieri. Stesso discorso, e stesso pronostico, per i centristi di Casini. Ma la lista Polverini potrebbe brindare anche in caso di sconfitta: gran parte dell’opposizione sarebbe infatti composta dai «civici»: su un massimo di trenta scranni riservata alla minoranza, almeno 12-15 sarebbero per loro.
La rivincita di Carneade? Fino a un certo punto. Andando a spulciare l’elenco dei sostenitori dell’ex segretario Ugl, si scoprono nomi abbastanza noti, almeno a livello locale. Capolista è Mariella Zezza, giornalista di Rainews, esperta di pari opportunità e diritti delle donne. Numero tre è Pamela Villoresi, un passato di attrice strehleriana e nel 2007 nella squadra di Veltroni: «Stimo Renata, l’ho conosciuta nelle lotte per la difesa dei lavoratori». Numero quattro è Ettore Viola, figlio di Dino, il presidente del secondo scudetto della Roma. Poi ci sono una serie di ex di ritorno. Gianfranco Bafundi è stato vicepresidente della Provincia con l’An Silvano Moffa, prima di trasferirsi nel centrosinistra e rientrare poi a casa. Pure Paola Guerci stava in giunta con Moffa, assessore alla Cultura, salvo passare nel Pd come presidente dell’istituto Santa Maria in Aquiro: ora è al posto 19 in lista. Gilberto Casciani era capolista della lista civica di Veltroni. Francesco Saponaro e Olimpia Tarsia erano assessori regionali con Storace. Alessandro Battilocchio, socialista, sindaco di Allumiere, ha oscillato tra destra e sinistra. E non poteva non esserci un De Jorio, famiglia di eterni candidati. Filippo, il padre, era ex democristiano ed ex parlamentare europeo per i Pensionati.

Ora tocca a Fabrizio.

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