I moderati si danno un nome. Un milione all’assalto dei gazebo

Alta affluenza per scegliere il simbolo del nuovo soggetto politico. E oggi si replica. I coordinatori di Fi del Lazio: "A Roma successo anche nelle zone più vicine alla sinistra"

I moderati si danno un nome. Un milione all’assalto dei gazebo

da Milano

In serata è stato un gongolante Sandro Bondi a snocciolare i dati: «Alle 18 oltre un milione di cittadini si è già recato ai gazebo per scegliere il nome del nuovo partito fondato da Berlusconi». Una mobilitazione straordinaria. Ieri, primo giorno di raccolta delle firme, i circa ottomila gazebo sparsi in tutt’Italia sono stati presi d’assalto dai simpatizzanti della disciolta Cdl. Non solo elettori di Forza Italia, quindi. Tutti in fila, in ordine, disciplinati, ma con grande entusiasmo. Eccolo qui il ribattezzato «popolo dei gazebo», desideroso di far sentire la propria voce, di partecipare. L’occasione è quella buona: sostenere la svolta impressa da Silvio Berlusconi, che lo scorso 18 novembre ha mandato in soffitta il vecchio centrodestra, e scegliere il nome da dare alla nuova forza politica, futura casa dei moderati. Un’iniziativa dal basso che piace alla base, accorsa numerosa in ogni angolo di strada ma anche attiva tramite Internet e telefono. Oggi si replica. Dalle 9 del mattino alle 19 si può votare: meglio «Partito della libertà» o «Popolo della libertà»? I simboli sono già pronti, occorre soltanto aspettare l’esito del referendum. È un testa a testa tra le due opzioni. Dal coordinamento di Roma fanno sapere che «siamo lì, cinquanta e cinquanta, anche se qualcuno ha arricciato il naso dicendo che il richiamo al “popolo“ non è che convinca tanto». In tutto il Lazio sono 500 i gazebo allestiti, 150 solo nella provincia di Roma. «In città - spiega il coordinatore di Fi Francesco Giro che per tutta la giornata ha fatto la spola tra le postazioni per verificare la regolarità delle operazioni - possiamo indicare soltanto delle proiezioni. Confermo un’affluenza straordinaria in centro, al Parioli, a Prati, a Primavalle e ai municipi XII, XVIII e XX. E poi c’è una piacevole sorpresa: stiamo ottenendo ottimi risultati anche a San Giovanni e Montesacro, zone tradizionalmente vicine alla sinistra».
Notevoli code anche in Campania, dove circa mille postazioni (i due terzi delle quali a Napoli) hanno raccolto le pre-adesioni al neonato partito. «Qui non c’è storia - dicono i responsabili azzurri - piace molto di più “Popolo della libertà“». Analogo risultato nei 700 banchetti allestiti in Puglia, alcuni dei quali visitati nel pomeriggio dal Cavaliere. Al sud piace «Popolo»: anche dagli oltre 700 gazebo siciliani, 25 a Palermo, 60 in provincia, arriva la stessa indicazione. La Lombardia, invece, è più legata a «Partito della libertà». Qui sono attive una ventina di postazioni solo a Milano, 140 in provincia. Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Fi gongola: «Stiamo dimostrando che c’è un modo diverso di intendere la politica da quello di Prodi e del governo». E ancora: «Il nuovo partito nasce con un grande appello anche a chi non ha votato Forza Italia o non ne è iscritto ma condivide l’idea di libertà e riformismo incarnate da Silvio Berlusconi».

«È la prima volta - sottolinea invece il commissario milanese Luigi Casero - che il nome il simbolo di un partito vengano scelti dai propri sostenitori e dagli aderenti della nuova formazione». Su Internet, intanto, pare proprio che sia in testa l’opzione «Partito della libertà».

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