Dalla Fnac a Celio, H&M, Upim, Coin, Rinascente, Standa, Trussardi e alcuni altri, non troppi per la verità. Anzi, tra corso Buenos Aires e via XX Settembre, che sono le avenide dello shopping genovese, ieri mattina metà negozi erano chiusi. Nonostante la crisi. Nonostante i commercianti piangano miseria e nonostante ci si lamenti che manca il lavoro. L'Epifania degli appassionati delle vetrine, nel capoluogo ligure, è andata così.
Chi era alla caccia del capo d'abbigliamento, della borsetta o del regalo ritardatario, da comprare a prezzo di saldo, è rimasto a bocca asciutta. Così come sono rimasti a bocca asciutta quelli avevano deciso di portare la famiglia in centro per approfittare delle occasioni postnatalizie.
«Siamo venuti da Molassana - spiegano Federico e Isabella - abbiamo portato pure nostro figlio piccolo in giro per i negozi e le vetrine luccicanti. Ma le saracinesche aperte erano soltanto quelle dei grandi marchi. Gli altri commercianti, per la maggior parte, hanno tenuto tutto chiuso. E hanno lasciato pure le luci spente. Altro che shopping della Befana. Ce ne siamo dovuti tornare a casa presto. Mio figlio voleva comprare un maglioncino e mia moglie aveva adocchiato una borsetta. Niente da fare. Dovranno tornare un altro giorno. Però io lavoro e non so se potrò accompagnarli».
Inutile andare oltre. Su per via Roma, la strada chic della città, più o meno i commercianti hanno suonato la stessa musica. E pure nei carruggi, dove sono tantissime le botteghe a conduzione famigliare, molti negozianti hanno preferito trascorrere la mattina festiva in vacanza.
«Non ce lo aspettavamo - dicono Stefania e Antonella - ci siamo date appuntamento in via Venti Settembre per, invece di andare a lavorare in ufficio, passeggiare su e giù alla ricerca di buoni affari. Ma di negozi aperti ne abbiamo trovati pochini. E tra le vetrine, poi, tanta merce in saldo non è certo un granché. Ci siamo dovute accontentare di andare nei soliti grandi magazzini, al riparo dalle intemperie, dove abbiamo vagolato un paio d'ore e poi ce ne siamo tornate a casa. I portafogli sono rimasti pieni. Sarà per un'altra volta».
Anche in corso Buenos Aires metà dei negozi ieri mattina erano chiusi. Qualcuno ha aperto soltanto nel pomeriggio.
«Siamo stati aperti dal mattino con orario normale - spiega Claudio Lapini, titolare di Derby - il nostro è un negozio di abbigliamento di alto livello a conduzione famigliare. Puntiamo sulla vendita tradizionale, anche se abbiamo qualcosa in saldo. Abbiamo registrato una leggera flessione nelle vendite, ma l'afflusso di clienti è stato normale».
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