I nonni vogliono rompere il salvadanaio dei nipoti

Anche i più fiduciosi seguaci di Romano Prodi devono essere stati sfiorati dal dubbio: «ma come? Il nostro leader ci assicura che ha risanato i conti... come mai allora tutti gli istituti economici europei e mondiali lo prendono a schiaffoni?» Il fatto è che la politica economica è un’arte complessa e le azioni valide in determinate circostanze possono essere rovinose in altre. Spieghiamolo in maniera semplice: uno Stato è come una famiglia; il papà e/o la mamma lavorano, mantenendo figli, nonni e pagando il mutuo. I lavoratori attivi sono i genitori, i giovani non ancora occupati sono i figli e i nonni rappresentano i pensionati; il debito pubblico è il mutuo da ripagare. Le scelte che deve fare questa ipotetica «famiglia Italia» sono diverse a seconda dei differenti scenari economici: i tassi di interesse possono salire e quindi bisogna prevedere rate più alte del mutuo, i nonni possono per loro fortuna godere di ottima salute e bisogna mettere in conto di doverli mantenere per lungo tempo, i figli possono avere difficoltà a trovare lavoro e quindi vanno messe in conto ulteriori spese anche per loro. In queste condizioni, se i «genitori» trovano difficoltà sul lavoro (come, ad esempio, accadde nei momenti di rallentamento economico post 11 Settembre) bisognerà fare qualche debito in più per non far mancare il sostentamento a figli e nonni: quindi un aumento della spesa nei momenti di recessione non è sbagliato. Se viceversa al lavoro le cose vanno bene (come sta succedendo in questi anni) è dovere del buon capofamiglia risparmiare, per esempio cercare di ripagare il mutuo. Per questo l’Unione Europea protesta e chiede che le risorse aggiuntive vengano indirizzate alla riduzione del debito pubblico: le bugie di Prodi sono state smascherate, nessun risanamento, solo delle entrate straordinarie a fronte di una crescita inferiore a quella di tutti gli altri stati europei: tasse alzate in maniera goffa e senza sensibili aumenti di gettito, spese fisse e ricorrenti in impennata. Nella famiglia dell’Unione i nonni, con la faccia della Cgil, bastonano i genitori per avere più soldi e, al contempo, rompono i salvadanai dei nipoti, ai quali si sta piazzando anche il fardello del debito pubblico, che ci si guarda bene dal voler ridurre, nonostante le favorevolissime, forse irripetibili, condizioni economiche. Le ricette dell’Unione Europea sono semplici: negli anni difficili si può spendere, negli anni buoni si deve risparmiare; tutto il contrario di quanto prospettato dal Dpef che Padoa-Schioppa evidentemente si è fatto dettare, se, come ha affermato, «condivide le critiche della Commissione Europea».

Prodi è un economista e non ha scuse, ma pur di rimanere aggrappato alla sedia è pronto ad avallare ogni tipo di decisione. Non c’è che dire, un fulgido esempio di statista ed un modello per le giovani generazioni. Sono giovani, lo ricorderanno a lungo, senza rimpianti.
posta@claudioborghi.com

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