RomaStaccato. Staccato. Vodafone, servizio di segreteria telefonica... Staccato. Squilla a vuoto. Staccato. Servizio gratuito chiama ora di Tim... Staccato. Squilla a vuoto. Driin... Finalmente una voce: «Chi sei?». Dallaltra parte cè Emilio Fede. Raggiungerlo al telefonino è semplice, il suo numero di cellulare è pubblico, come per gli altri protagonisti del faldone che per due giorni è stato online su siti e blog, con utenze telefoniche in chiaro. I moltissimi insulti che invadono il web si materializzano in voci e sms che piovono incessantemente, a tutte le ore del giorno e della notte, sui cellulari di Fede, Mora, Minetti e delle ragazze del Ruby-gate. La maggior parte di loro ha disattivato le utenze, ma non tutti. «È la rivolta degli impotenti, di chi vuole sfogare la barbarie, sono gli sfigati dItalia, sporcaccioni loro» attacca il direttore del Tg4. «Quante telefonate ho ricevuto? Non meno di 300 in tre giorni». Fede, quando vede un numero sconosciuto e gli capita di rispondere, ingaggia una disputa non oxfordiana: «Alcuni mi insultano, mi minacciano di morte, altri mi esprimono solidarietà. Anche di notte chiamano, alle due, tre, quattro. È una barbarie, hanno devastato la vita privata delle persone». Se incappa in uno che insulta, il direttore ha una tecnica collaudata: «Parlo in arabo, così pensa che ha sbagliato numero, e poi lo mando affan...». Però non cambia utenza: «No no, me la tengo, voglio vedere fino a che punto di brutalità arrivano. Sto mettendo insieme i numeri per una denuncia di stalking. Sono pronto a denunciare la magistratura se non si occupa della mia incolumità».
Lele Mora, altro probabile bersaglio delle telefonate 24h, invece non risponde. Il suo telefono squilla a vuoto se sul display compare un numero che non conosce. «Non ho più una vita» pare abbia confessato agli amici in questi giorni. Anche Nicole Minetti, target di commenti durissimi su internet, è irraggiungibile per chi - come noi - non la conosce. Nel tritacarne del web è finito anche il premier, il cui numero è stato svelato dai siti incrociando alcune cifre contenute nellinvito a comparire della Procura di Milano con le cifre apparse nel servizio di Annozero. Nel giro di pochi minuti internet ha organizzato lassalto al cellulare di Berlusconi, con catene su social network e gruppi spontanei. Su Facebook si sono moltiplicati i post di persone che hanno tentato di chiamarlo, ma senza successo. Inizialmente il telefono era staccato - raccontano i telefonatori -, o sempre occupato, poi dalla tarda mattinata ha iniziato a risultare spento. Fallito lattacco della cavalleria telefonica, è entrata in azione la fanteria con gli sms, tipo quello di Fabio Z. che al Cavaliere ha scritto: «Abbia la bontà di dimettersi e curare i Suoi affari in altri luoghi».
E le ragazze? Per loro, da quel poco che si riesce a sapere visto che pochissime rispondono, si registra una triplice tipologia di telefonatore: 1) linsultatore (nelle varianti di «troia», «puttana», «zoccola» etc...); 2) lamico sconosciuto (che dispensa consigli di vita e solidarietà); 3) larrapato (genere onanista telefonico). Il terzo tipo è quello più frequente almeno per Marysthell Garcìa Polanco, la dominicana che a Repubblica ha detto di aver fatto sesso col premier: «Minacce no, mi chiamano i maniaci. Qualcuno mi dice zoccola, altri dicono che vogliono, scusi il termine, pompino a 300 euro. Io quando rispondo faccio la voce da uomo così riattaccano». Non devessere unesperienza isolata, ma non si può sapere perché le altre, a partire da Ruby, sono spente. Staccato il cellulare pubblico di Arisleida Espinosa detta «Aris», quello di Barbara Guerra, quello di Iris Berardi, di Imma De Vivo, una delle due gemelle attivissime nellimbucarsi alle feste. Non si nasconde invece Barbara Faggioli, ex valletta protagonista di diverse telefonate (anche col padre che faceva il tifo da casa). Anche lei è bersagliata dagli insulti: «Quelli che offendono chiamano da sconosciuto perché non hanno coraggio. È un continuo, una al minuto. Ma anche positive eh? I più delle persone non parlano...
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