da Milano
Una nuova mazzata pende sul capo dei proprietari di immobili. Non soddisfatti dagli importi dellIci (Imposta comunale immobiliare), la tassa introdotta dal governo Amato nel 1992 (lo stesso che fece passare il prelievo notturno sul conto corrente) che è in pratica una patrimoniale sugli immobili per garantire ai comuni un gettito fiscale, il governo Prodi sta studiando una manovra per inasprire questa tassa già molto contestata. E che non a caso Silvio Berlusconi nel suo programma elettorale aveva proposto di abolire. LIci ha la caratteristica di duplicare il carico fiscale del contribuente sugli immobili dato che la rendita catastale va a inasprire anche lIrpef nella denuncia dei redditi. Per peggiorare la situazione la legge finanziaria che è al vaglio di Camera e Senato allarticolo 4 vuole ridefinire le rendite catastali per adeguarle ai valori attuali, sempre però tenendo conto dei valori patrimoniali e non reddituali. Questa impostazione patrimoniale doveva essere un provvedimento provvisorio, anche se dura ormai da più di 10 anni, ed essere riportata su valori di riferimento reddituali. Proprio questo chiede Confedilizia, lassociazione dei proprietari di case. La riforma del catasto dovrebbe essere fatta prendendo in considerazione i valori reddituali degli immobili sul fronte del pagamento dellIci tenendo in considerazione quelli patrimoniali solo al momento della compravendita dellimmobile quando si realizzano plusvalenze. In pratica lIci, per Confedilizia, dovrebbe essere calcolata solo sul reddito che limmobile è in grado di produrre. E non a caso sulla prima casa, che essendo abitata dal proprietario non produce reddito, esiste già un seppur minimo sgravio fiscale accordato dai comuni che di solito applicano aliquote diverse per residenti e non residenti.
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