Roma

«I nuovi manager sono occupanti abusivi»

 «I nuovi manager sono occupanti abusivi»

Antonella Aldrighetti

Quale veggente avrebbe mai potuto leggere nei fondi del caffè bevuto da Piero Marrazzo appena eletto, il 4 aprile scorso, una prima estate da governatore della Lazio tanto calda? Ricorsi a raffica, provvedimenti d’urgenza, impugnative, sospensive del Tar sono gli ingredienti della soap opera dell’estate 2005, il «Sanitarygate», i cui sceneggiatori non sembrano volere scrivere la parola fine.
Tutta colpa della sostituzione dei sedici direttori generali delle Asl, su cui gravano molti dubbi. O meglio certezze. «Il moltiplicarsi dei ricorsi accettati contro le nomine dei manager delle aziende sanitarie dimostra che non era un problema tecnico limitato ad un solo caso, quello del San Camillo, bensì un difetto di metodo sull’applicazione dello spoil system, che riguarda tutti i direttori generali interessati». Una spiegazione puntuale, quella pronunciata dal capogruppo di Forza Italia alla Pisana, Raffaele D’Ambrosio, secondo il quale «di giorno in giorno sta emergendo che tutta la sanità del Lazio è stata ipotecata dalla determinazione della giunta Marrazzo. Un’inspiegabile urgenza, nella settimana di Ferragosto, di sostituire illegittimamente i manager: una scelta sulla quale la maggioranza non può sperare la supina accettazione né da parte di chi vede senza giusta causa scindere un contratto, né dei cittadini che da questa confusione di cui unica responsabile è la maggioranza regionale di sinistra subiscono il danno più grave, né di noi, opposizione politica che su questa vicenda non arretreremo di un passo».
Marrazzo non si ferma, ma non si ferma nemmeno il Tar, che anche ieri ha emanato altri stop all’«epurazione» voluta dall’ex telegiornalista. La sezione di Latina, con decreto a firma del presidente Francesco Bianchi, ha fermato la rimozione del manager dell'Asl di Frosinone, Carlo Mirabella, e di pari passo la III sezione di Roma quella di Patrizio Valeri dall’Asl RomaD. Dove, sempre da ieri ha preso posto Giusy Gabriele. Il che equivale a dire due direttori per una sola poltrona. Non dovrebbe essere così. «A insediamento avvenuto il giudice sospende la validità della revoca dell’incarico per cui - cerca di spiegare Claudio Ferrazza esperto amministrativista - il nuovo manager non ha più titolo a restare lì. E qualora non se ne andasse potrebbe essere definito una sorta di occupante senza più titolo. Finanche se il Tar, il primo di settembre, si pronunciasse contro i ricorrenti: per questi 15 giorni la Gabriele potrebbe aver violato il provvedimento del giudice. È l’articolo 328, I comma del codice penale che lo dice». Ma a chi tocca sbrogliare la matassa? A quanto riferisce la segreteria dell’assessore alla Sanità Alfredo Battaglia, proprio a lui. Chiuso dentro con i neo-manager, per tutta la giornata di ieri non ha rilasciato dichiarazione alcuna, rinviando a oggi un chiarimento.
Intanto l’opposizione non risparmia l’ironia. «Proseguendo di questo passo - fa notare Andrea Augello, vicepresidente della Pisana - di questa buffa vicenda rimarrà solo la foto-ricordo. Peccato che come sempre a pagare saranno i cittadini perché l’incredibile comportamento di Marrazzo ha posto le premesse, se alle sospensive seguissero giudizi favorevoli, di pagare doppi stipendi a tutti i direttori generali. Nessuno escluso».

Ipotesi sulla quale punta il dito pure il capogruppo Udc, Luciano Ciocchetti, definendola «l’ennesima dimostrazione d’irresponsabilità e d’incapacità di governare e rispettare la legge da parte di una giunta arrogante e senza scrupoli».

Commenti