I «Pagliacci» rivelano la Branchina

da Roma

L'appuntamento «a ventitré ore» per la rappresentazione in piazza di una compagnia di artisti girovaghi - come recita il libretto del capolavoro di Ruggero Leoncavallo, Pagliacci - è stato rispettato al minuto. Perché, per la ripresa dell'opera a Caracalla, in chiusura di stagione, la si è fatta precedere da una lunga - troppo lunga - suite del balletto Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev, preferito per diverse ragioni, non tutte condivisibili, alla più consueta Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Felice, invece, la scelta di costruire in scena una cavea di pietra di antico teatro che, con le monumentali terme illuminate alle spalle, appariva come una prosecuzione delle medesime in miniatura. Sulle gradinate del teatro, rivolto verso il pubblico (non numerosissimo, per la verità) alloggiava il coro di paesani, durante la rappresentazione della storia d'amore di Colombina ed Arlecchino.
Beppe Menegatti, regista, ha chiesto un impianto scenico semplicissimo, da usarsi anche nel balletto: una pedana di legno nel centro, quattro assi agli angoli con veli ed insegne della compagnia, e due case mobili per gli artisti ai lati. Il libretto, in verità, non lascia spazio al regista che vuole essere fedele, suggerendo tutto ciò che serve all'efficacia della rappresentazione; e Menegatti ha puntato tutto sulla recitazione - quella di Tonio (Carlo Guelfi ) rispetto agli altri appena caricata, anche nell'incisivo prologo - disponendo di cantanti in buona forma. Prima intensa, determinata Nedda e poi leggera, aerea Colombina, s'è rivelata Susanna Branchina, alla sua prima grande occasione, chiamata a sostituire Maria Carola; Martinucci, Canio/Pagliaccio ormai storico, a quarant'anni dal debutto, continua a calcare le scene anche in virtù di una riconosciuta professionalità.
La maggiore sorpresa della serata veniva dal podio, dove per la prima volta - forse in Italia, oltre che a Roma - vi saliva il quarantenne giapponese Hirofumi Yoshida.

Piccolo ed esile di statura, ma con polso sicuro e gesto efficace, ha squadernato il ricco Prokofiev del balletto (solisti molto applauditi Gaia Straccamore e Igor Yerba) e poi scolpito un Leoncavallo a tinte forti.
Si replica da stasera fino a venerdì 14 agosto.

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