I palestinesi la buttano in barzelletta coi kamikaze ora si muore dal ridere

Si scatena l’ironia popolare: «Al posto delle multe i vigili ci rifileranno le preghiere...»

da Gaza

Né l'incertezza politica e istituzionale né le violenze estese dei giorni scorsi nelle strade di Gaza e della Cisgiordania hanno avuto ragione del celeberrimo umorismo popolare palestinese, che, anzi, negli ultimi giorni ha sfornato raffiche sì, ma di freddure dal sapore spesso agrodolce.
Alcune passano di bocca in bocca, altre sono rilanciate dai telefoni cellulari attraverso gli Sms. La stessa barzelletta sentita in mattinata a Gaza viene ascoltata nel pomeriggio a Nablus, in Cisgiordania, e modificata per la bisogna. Ma tutte esprimono la necessità di allentare la tensione.
«Hai sentito l’ultima? La città di el-Bireh dovrà cambiare nome...». El-Bireh è una città situata viciana a Ramallah, il suo nome significa «la birra», e quindi in contrasto con l’etica islamica. «Adesso la chiameranno Zamzam...», cioè come l’acqua di cui i pellegrini islamici si abbeverano alla Mecca.
Volete altri esempi? «Calati drammaticamente i prezzi della lamette da barba»: annuncia felice un Sms. Molti adesso si lasceranno crescere la barba... «Aumentano i prezzi della stoffa»: occorrerà confezionare 50mila tuniche (jalabyeh) verdi per gli agenti di sicurezza «che ora vestiranno alla Pakistana». I loro fucili saranno requisiti, in cambio riceveranno spade. E i loro stipendi? Pagati in datteri.
Altro Sms: dalla settimana prossima nessun malato palestinese potrà più visitare ospedali sionisti. «Arriva la cura a-Zahar (uno dei leader di Hamas) anticipa un Sms. Basterà restare a Gaza e leggere versetti del Corano».
Le infrazioni stradali non saranno più punite, in un regime islamico, con multe pecunarie. D’ora in poi, «sosta vietata, due preghiere; attraversamento di un incrocio stradale con il rosso, tre giorni di digiuno». Anche i ministri palestinesi del resto, digiuneranno due volte la settimana, il lunedì e il giovedì.
Qualcuno immagina già notiziari televisivi paradossali in cui, a ruoli invertiti, agguerrite «Brigate Abu Mazen» sparano contro Israele potenti «razzi Barghouti» (il capolista di al-Fatah), mentre il «ministro degli Interni Nizar Ryan» (un dirigente di Hamas) tuona contro questi attacchi che «pregiudicano gli interessi del popolo palestinese».
Quando gli Sms cominciano a scarseggiare, forse - si scherza - è perché c’è un sovraccarico alle linee telefoniche. L’apparecchio chiamato, purtroppo, non è disponibile.

Nella registrazione della compagnia telefonica l’amichevole «Markhaba» (cioè buon giorno) dovrà adattarsi - immaginano i buontemponi palestinesi - ai nuovi tempi: sarà sostituito da una voce metallica che augurerà religiosamente «A-salam aleikum» («la pace sia con voi») aggiungendo subito dopo: l’abbonato prima o poi riaprirà l’apparecchio e vi risponderà «Insh-allah», cioè «se il Signore lo vorrà»...

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