I pendolari ancora sul piede di guerra «Prima si finiscano i lavori del metrò»

Tutte le mattine affrontano un vero e proprio calvario per arrivare a Milano in auto per lavoro o per studi. Chi sono? I forzati del ticket, naturalmente. Che ora sono inviperiti. «La signora Moratti - racconta Giuseppe, impiegato - è partita dalla coda per risolvere un problema, che indubbiamente appare importante. Prima, i politici dovevano terminare i lavori della metropolitana che arriva almeno fino a Monza e poi introdurre il pagamento di quest’ennesima tassa». «È assurdo pensare, che se paghi puoi inquinare - aggiunge Rosella -. Per evitare altre spese a quelle che già ci sono, come benzina e posteggio, devo possedere una macchina euro quattro: avessi i soldi per acquistarla, non mi farei certamente pregare dal sindaco di Milano. Poi, sarei curiosa di capire, se i datori di lavoro ci verranno incontro con un contributo». «Ha provato Letizia Moratti - si accalora Alessia, studentessa alla Cattolica - a salire su un treno delle ferrovie nord in orari di punta? Provi poi si renderà conto cosa significa usare quei mezzi pubblici. Sono sporchi, si viaggia come sardine e a volte addirittura qualcuno sviene» Ancora: «Tra le spese del carburante, (da queste zone per raggiungere il capoluogo ci sono da affrontare, in un traffico ai limiti della paralisi, dai trenta ai cinquanta chilometri), quelle del posteggio, che è possibile trovare solo a pagamento e qualche inevitabile multa - aggiunge sarcastica Valentina - invece di andare a Milano a lavorare, per 1.200 euro il mese, mi conviene rimanere a letto». Per il popolo della quattroruote è coro di ribellioni.

Si solleva un ciclone di malumori. Addirittura minacce di protesta. Anche i sindaci delle giunte dell’intera Brianza annunciano battaglia. La decisione di Letizia Moratti, ha infatti fatto arricciare il naso a parecchi primi cittadini.

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