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I pensionati in piazza: «Traditi da Prodi stiamo peggio di prima»

A Roma ex lavoratori da tutta Italia per protestare contro la Finanziaria: Berlusconi per noi qualcosa aveva fatto

Marco Morello

da Roma

Non li ha spaventati l’idea di un lungo viaggio notturno in treno o in pullman e nemmeno la prospettiva di dover passare svariate ore in piedi a patire il caldo di una Roma ancora in piena estate. Così migliaia di ex metalmeccanici, ex contadini, ex impiegati di enti privati e pubblici provenienti da tutte le regioni d’Italia, ieri mattina hanno preso possesso di piazza Navona per protestare contro la Finanziaria di Prodi. «Siamo qui - ha spiegato dal palco il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni - per ribadire la nostra attenzione alle problematiche dei pensionati, perché di attenzione non ne godono molta. Nella Finanziaria ci sono luci e ombre, e le ombre sono quasi tutte nei loro confronti».
Con in testa i cappelli colorati che identificano i tre sindacati d’appartenenza (Spi, Fnp e Uilp) e gli ombrellini per ripararsi dal sole che li confondono con i giapponesi di passaggio, i pensionati della «Triplice» non sembrano avere bisogno di comizi o di memorandum per mettere in ordine le idee: «La questione è semplice - spiega lapidario Fortunato, 70 anni di cui 40 passati a lavorare al porto di Genova -. La maggior parte di noi non riesce ad arrivare a fine mese». Colpa soprattutto dell’aumento del costo della vita, che ha ridotto all’osso il potere d’acquisto delle pensioni. «Si è raddoppiato tutto - commenta sconsolato Angelo, di Torino - ma nessuno ha pensato di rivalutare quanto ci spetta dopo una vita di sforzi. Mi aspettavo qualcosa da questa Finanziaria e invece Prodi ci ha abbandonati». I punti irrisolti che maggiormente stanno a cuore alla categoria riguardano la mancata equiparazione dei redditi da lavoro nell’area di non tassazione, l’assenza di una qualsiasi misura che tuteli gli incapienti e chi non è autosufficiente. «Come si fa - si chiede Mara di Avezzano, 80 anni - a beneficiare di agevolazioni come le detrazioni fiscali per le spese mediche se si è così poveri da essere esenti dalle tasse? Bisogna trovare delle soluzioni alternative, abbiamo bisogno d’aiuto».
Nella corso della mattinata il segretario della Cisl ha anche voluto prendere le distanze dalle prossime manifestazioni organizzate dal centrodestra e da quella di artigiani e commercianti che si svolgeva in contemporanea a Roma: «Lo diciamo chiaro e in modo netto: la protesta di questa piazza non ha nulla a che fare con l’altra piazza. Stiamo attenti ad alcuni sindaci, filosofi e furbi che lanciano parole d’ordine sconcertanti e schiacciano l’occhio a chi manifesta per ragioni del tutto diverse da questa piazza». A sentire però i veri protagonisti della giornata, i punti in comune con le posizioni della Cdl sono tanti: «Con il governo Prodi - commenta Giuseppe di Ancona - la situazione è peggiorata. Almeno Berlusconi era riuscito a fare qualcosa, aveva dato qualche pensione in più e aumentato quelle minime. La Finanziaria invece è un bel passo indietro: è per questo che ho fatto sette ore di viaggio in pullman, dobbiamo farci sentire, devono capire che non ce la facciamo più». Anche Carmine di Lanciano, 68 anni, per 32 autoferrotranviere, ha le idee molto chiare: «Il nuovo governo non mi ha deluso perché non mi aspettavo niente di buono: il vecchio aveva dimostrato di interessarsi a noi, qualche soluzione l’aveva proposta. Mi dispiace per come sono andate le elezioni, la nostra categoria ci ha perso molto».
E dal caos della piazza, nel pomeriggio la protesta si è spostata nel silenzio di Palazzo Chigi, dove il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta ha ricevuto una delegazione dei sindacati.

«È intenzione del governo - ha promesso Letta - dare un chiaro segnale alla categoria in tema di Irpef già in sede di emendamenti alla Finanziaria. I temi sollevati dai pensionati rientreranno nel prossimo percorso concertativo». Se così non sarà, piazza Navona ci metterà pochissimo a riempirsi di nuovo.

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