Medicina

I pericoli delle micosi invasive

La chemioterapia e le cure post-trapianto favoriscono gravi infezioni fungine che possono rivelarsi mortali

Gianni Mozzo

Le infezioni fungine invasive sono più frequenti di quanto si creda nella popolazione generale ma diventano pericolose nei pazienti il cui sistema immunitario è impoverito da trattamenti farmacologici di lunga durata, per esempio dalla chemioterapia. L’aumento dei pazienti immunosoppressi verificatosi negli ultimi anni ha drammaticamente incrementato l’incidenza di micosi invasive. Dato che le micosi invasive sono difficili da trattare, ciò ha determinato un aumento di morbilità e di mortalità, prolungate ospedalizzazioni e aumento dei costi assistenziali.
La diagnosi di micosi invasiva è fondamentale per prescrivere il trattamento più adatto. La biopsia e la coltura dei tessuti infettati rappresentano le modalità più importanti per diagnosticare la maggior parte delle micosi invasive. La terapia mirata viene usata quando è nota l’identità dei patogeni e il clinico può così esprimere il trattamento più adeguato. Una molecola innovativa (nome clinico: posaconazolo) è un’arma nuova per combattere le infezioni fungine invasive. Studi clinici hanno confermato la sua efficacia su agenti fungini che sono responsabili delle micosi più gravi come quelle da Aspergillus e Fusarium.
«La disponibilità di questo nuovo farmaco offre alla comunità medico-scientifica una nuova opzione per la prevenzione e per la terapia di infezioni fungine gravi in pazienti già gravemente compromessi dalla patologia di base in cui l’infezione fungina rende ancora più critiche le condizioni generali, con esiti spesso letali» ha affermato il professor Claudio Viscoli, ordinario di Malattie infettive all’università di Genova.
Mai come per i pazienti immunocompromessi vale comunque il principio del «prevenire è meglio che curare». Sulla base di questa considerazione il professor Livio Pagano, dell’Istituto di ematologia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha affermato che «questa molecola ha numerose positive caratteristiche, come è stato dimostrato da studi multicentrici che ne hanno permesso la registrazione con l’indicazione alla profilassi antifungina. Vanno ricordate, in primo luogo, l’ottima biodisponibilità e la bassa tossicità di posaconazolo, ma soprattutto il suo ampio spettro di azione, che include anche un’attività contro gli zigomiceti». Il 9 novembre scorso l’Agenzia europea del farmaco (Emea) ha riconosciuto a posaconazolo anche l’indicazione alla profilassi, in pazienti ematologici ad alto rischio per lo sviluppo di micosi invasive. Tra questi i pazienti con neutropenia prolungata a seguito della terapia di induzione per leucemia mieloblastica acuta o sindromi mielodisplatiche, e pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule, in trattamento immunosoppressivo ad alte dosi.

Una situazione nella quale lo sviluppo di un’infezione micotica invasiva si associa ad una mortalità altissima: dal 50 al 90 per cento.

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