I piloti potranno volare anche se depressi

Via libera agli antidepressivi in volo, anche se ne fanno uso i piloti. È la nuova politica adottata dal governo statunitense in vigore da domani. La Federal aviation administration (Faa) ha annunciato che toglierà il divieto all’assunzione di antidepressivi da parte dei piloti con sintomi da lievi a moderati. Si ritiene infatti che il divieto abbia spinto i piloti a nascondere di essere in cura per la depressione.
La Faa ha fatto sapere che per sei mesi i piloti affetti da depressione o in cura potranno venire allo scoperto senza incorrere in alcuna penalità. «Abbiamo bisogno di cambiare la cultura ed eliminare la stigmatizzazione associata alla depressione. I piloti dovrebbero poter fare la terapia di cui hanno bisogno così da poter adempiere in sicurezza al loro dovere», ha detto Randy Babbitt, amministratore della Faa. Non si sa quanti siano i piloti che soffrono di depressione, ma ne soffre circa il 10% della popolazione. I piloti in cura con antidepressivi, precisa la Faa, saranno monitorati. La nuova politica riguarda quattro antidepressivi: Prozac della Eli Lilly, Zoloft della Pfizer, Celexa e Lexapro prodotti dalla Forest Laboratories. Fred Tilton, medico della Faa, ha detto che potrebbero essere consentiti altri farmaci se i piloti li usano per curarsi. La nuova politica arriva in contemporanea con le nuove regole antiterrorismo negli aeroporti statunitensi. Controlli più approfonditi saranno eseguiti sui passeggeri destinati negli Stati Uniti, che non scatteranno più solo sulla base della provenienza dei viaggiatori. L’amministrazione Obama ha infatti varato una nuova misura che supera quella, emessa in fretta dopo il fallito attentato di Natale ad opera di un nigeriano che è risultato poi essere anche inserito in una lista nera, che stabiliva controlli extra per i passeggeri provenienti da 14 Paesi, in maggioranza islamici, inseriti in una lista di massima allerta. La misura era stata criticata come discriminatoria dal momento che costringeva tutti i viaggiatori di alcuni Paesi a rigidi controlli solo a causa della propria nazionalità o religione considerando che si tratta principalmente di Paesi islamici. La nuova misura, secondo quanto anticipano Washington Post e New York Times, invece stabilisce che i controlli extra dovranno scattare sulla base di informazioni di intelligence e la valutazione della possibile minaccia costituita da un passeggero. Una valutazione che dovrà prendere in considerazione la possibile coincidenza con la descrizione di un sospetto, un itinerario di viaggio particolare, o altri elementi.

Un sistema, insomma, «più orientato a quello che ci indica l’intelligence, che informazioni abbiamo di minacce, piuttosto che orientato a fermare tutti i viaggiatori di una particolare nazionalità», ha spiegato una fonte dell’amministrazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica